Ciclismo - 22 marzo 2025, 07:00

L'AMARCORD. Beppe Perletto e il sogno di arrivare in via Roma a braccia alzate

"Nel 1977, in testa da solo sul Poggio, ci ho creduto davvero"

L'AMARCORD. Beppe Perletto e il sogno di arrivare in via Roma a braccia alzate

La Classicissima, non lo ha mai nascosto, era la sua corsa preferita, quella che ha sempre sognato di vincere, sin dal primo giorno in cui, ragazzino, è salito in bicicletta. Forse il fatto che si disputava a due passi da casa sua, Dolcedo, forse  perché si correva il giorno del suo onomastico, San Giuseppe, o il sabato più vicino a tale ricorrenza. Fatto sta che Giuseppe Perletto, classe 1948, avrebbe dato chissà cosa, nonostante la Milano-Sanremo fosse più una corsa per passisti-velocisti che non per scalatori come lui, per tagliare il traguardo a mani alzate.

Il mitico Enzo Torriani, allora leggendario patron della Classicissima e del Giro d'Italia, aveva introdotto sul percorso, nel tratto finale, quella che poi sarebbe diventata la storica salita della corsa: il Poggio. Una decisione per movimentare gli ultimi chilometri di gara, anche un po' per arginare il dominio dei velocisti.

Perletto conosceva bene quella salita, ci si allenava per tutto l'inverno: poteva diventare il trampolino di lancio per l'impresa sognata. Tutti gli anni, una volta diventato professionista, provava in tutti i modi a staccare il gruppo sulla salita amica per guadagnare una manciata di secondi sul gruppo, necessaria per trascinarlo in testa in via Roma.

Nel 1977, finalmente, sembrava fatta o quasi. a un passo: il dolcedese allungò decise all'inizio del pendio, il gruppo si sgretolò. Quasi in vetta al Poggio, da solo, si voltò e vide che alle sue spalle gli avversari sembravano sempre più piccoli, lontani. Adriano De Zan, storica voce Rai del ciclismo, conosceva i segreti e i desideri di tutti i corridori, e sapeva benissimo quale era quello - come lo chiamava lui durante le telecronache - del "ligure Perletto": "Solo sul Poggio c'è Perletto, il suo sogno è vincere la Sanremo. Vai, Beppe!", esclamò al microfono mandando in visibilio migliaia di tifosi e supporter imperiesi.

Lo scatto sembrava davvero decisivo, ma, proprio a pochi metri dalla vetta, la beffa: Perletto venne raggiunto da Saronni, dal belga Leman, e dall'olandese Raas, che, scollinando per primo, spiccò il volo verso via Roma. Il corridore di Dolcedo, deluso e sconfortato, venne ripreso dal gruppo, chiudendo mestamente al cinquantesimo posto.
Peletto ha partecipato a ben otto edizioni della Classicissima ma quella del 1977 resta scolpita nella sua mente indelebile. Ancora l'anno scorso, aveva ricordato quel "maledetto" giorno di marzo. "Nonostante fossi stato ripreso da Saronni - aveva confidato al collega Stefano Sciandra, collaboratore de La Voce di Imperia - ripartii a mia volta staccandolo e facendo la discesa da solo per essere ripreso a un chilometro e mezzo dall'arrivo dal gruppo. Un vero peccato per il piazzamento mancato, anche se alla fine conta solo vincere. Una situazione analoga, tra l'altro si verificò al Giro di Lombardia 1974, dove però chiusi quarto dietro a De Vlaeminck, Merckx e Tino Conti".
Nel 1979, dopo otto anni da professionista e altrettanti Giri d'Italia, decise di smettere. Iniziava a sentire la stanchezza e si era un po' stufato di quel mondo che stava cambiando.

Giorgio Bracco

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