Un sistema di chiamata per persone con grave disabilità motoria e un braccetto di supporto flessibile, è la strumentazione donata dall'AISLA sezione di Imperia e Savona (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) all'ospedale di Imperia.
La strumentazione andrà ad implementare l'apparecchiatura presente nel reparto di pneumologia dell'ospedale di Imperia e sarà destinata a sopperire alle limitazioni motorie che la malattia impone. “Ringrazio l'AISLA di Imperia e Savona – afferma Maria Elena Galbusera direttrice generale di Asl1 -, per questo dono che è soprattutto un gesto di attenzione e di delicatezza nei confronti dei pazienti, ma che sarà sicuramente utile anche per l'attività ospedaliera del reparto essendo volto a sostenere, nel loro lavoro quotidiano, gli operatori di pneumologia dell'ospedale di Imperia”.
Il campanello a pressione è destinato a pazienti, come i malati di SLA, che presentano difficoltà motorie che impediscono loro l’utilizzo dei normali sistemi di chiamata presenti nei reparti di degenza. Questo sistema di chiamata ha caratteristiche ergonomiche particolari, dimensioni superiori a quelle di un normale campanello e ha maggiore sensibilità. Inoltre il braccetto di supporto flessibile ne consente il fissaggio al letto, al comodino o alla carrozzina.
“Abbiamo donato un particolare campanello che verrà posizionato nella stanza dell’Agapanto e siamo particolarmente contenti – spiegano da AISLA - perché l’acquisto è stato possibile anche grazie alle donazioni ricevute durante l’evento 'Diamo vita ai giorni' tenutosi ad Imperia nel mese di ottobre. L’evento consisteva in una mostra di fotografie, poesie e brani musicali di malati di SLA che vivono o hanno vissuto nella nostra provincia e sono seguite dalla nostra associazione.
Ci ha permesso di dare alle persone con SLA che hanno partecipato, la possibilità di tenere viva una loro passione– proseguono da AISLA - mantenendo o restituendo un senso ai loro giorni e dando così la testimonianza personale della profondità e dell’essenzialità della frase della professoressa Rita Levi Montalcini 'è meglio aggiungere vita ai giorni, che giorni alla vita' e ai famigliari delle persone con SLA già decedute la possibilità di mantenere viva la memoria dei loro cari, delle loro passioni e delle loro abilità”.