Piccoli per numeri ma grandi per qualità. E ora i produttori dei vini doc del ponente ligure alzano la voce e chiedono il supporto degli enti locali proprio in relazione a un settore in crescita e ormai consolidato.
Nonostante la produzione vinicola nel mercato nazionale sia paragonabile a quella di nicchia l’obiettivo è quello di avere quella posizione di nobiltà meritata dai nostri vini. Vero è che, per l’appunto, le tre doc ponentine di ormeasco, rossese, vermentino e pigato non possono godere di quantità importanti, altrettanto realistico che abbiano tutte le carte in regola per una posizione da protagonisti sulle tavole internazionali.
Così anche la Regione Liguria proprio di recente ha approvato l’attivazione della misura “Investimenti” dell’Organizzazione Comune del Mercato Vino con risorse per oltre 286 mila euro coperte da fondi europei. “Si tratta di una misura strategica per il settore vitivinicolo ligure – spiega Alessandro Piana, vicepresidente regionale con delega all’Agricoltura – consente alle aziende di innovarsi e anche di acquisire macchinari, attrezzature e nuovi contenitori per la lavorazione dal vigneto alla cantina".
“In effetti la viticoltura è poco aiutata – confermano Carla e il marito Marco Rizzo alla guida dell’Azienda Laura Aschero –. I bandi non sono di facile accesso oltre ad avere impatti limitati tanto che proprio per la recente acquisizione di nuovi terreni abbiamo usufruito di nostre risorse per ampliare la produzione di bianchi e rossese”. Comunque le nuove iniziative promozionali trovano il favore incondizionato. “Sicuramente gli eventuali ingressi di Regione, Provincia e Comuni sono positivi –sottolinea Carla Rizzo –. Siamo piccoli ma con produzioni di livello da far conoscere”.
Insomma per il settore servono aiuti strutturali ma anche azioni di marketing. “Sarebbero assolutamente iniziative molto interessanti – ammette Elena Ramò, figlia di Gianpaolo, dell’omonima azienda pornassina produttrice di Ormeasco – Certo che ci dovrebbe essere almeno la maggioranza dei produttori, l’occasione per minimizzare i costi, migliorare la logistica e l’impatto commerciale: credo che il livello qualitativo dei vini del ponente meritino specifici interventi di promozione”. La produzione rivierasca spazia, appunto, dai rossi ai bianchi meritando possibili aiuti e promozioni in ambito nazionale ed estero.
“La nostra clientela vive in Liguria – spiega Marina Berta di Fontanacota–. Per l’Italia produciamo soltanto vini bianchi, vermentino in particolare che, da alcuni anni, grazie a due importatori vendiamo anche nelle aree di New York e Chicago dove, invece, il pigato stranamente non ha mercato”. Per l’azienda di Pornassio una situazione dell’export che esclude il Nord Europa e che avrebbe sicuramente impatto positivo da iniziative promozionali comuni. “Possono essere azioni utilissime – ammette – soprattutto in questi tempi in cui esiste il timore di perdere la patente per tassi alcoolici superiori alle normative senza dimenticare i possibili dazi imposti dagli Usa”.