Monesi è diventata un simbolo di come la natura, purtroppo, possa essere sia una risorsa che una minaccia per i piccoli borghi, soprattutto quelli che dipendono dal turismo stagionale. La frana del 2016 ha segnato un punto di non ritorno per la località, distruggendo la strada provinciale che collegava il paese al resto della valle e isolando ulteriormente un luogo già fragile dal punto di vista infrastrutturale.
In quel momento, Monesi ha perso non solo una parte della sua vitalità, ma anche la speranza di un possibile rilancio. Anche se la neve di questi giorni che copre il paese potrebbe sembrare un'immagine suggestiva, con la sua bellezza incontaminata che richiama alla mente l’idea di un paradiso innevato, in realtà questa "coperta soffice" nasconde una realtà ben diversa.
La mancanza di impianti sciistici funzionanti e l’assenza di servizi di base come ristoranti e rifugi fanno sì che, in pratica, la località sia ormai inaccessibile, o comunque poco attraente per i turisti che un tempo avrebbero affollato le piste. Il sogno di "Svizzera ligure", che negli anni Sessanta aveva animato le speranze degli abitanti e degli operatori del settore, sembra ormai svanito, rimpiazzato da una realtà di silenzio e desolazione. Nonostante ciò, il paese continua a vivere nei ricordi e nelle immagini condivise sui social.
Le fotografie delle sue strade innevate, dei suoi panorami e dei suoi edifici abbandonati sembrano essere l’unico modo per tenerne viva la memoria. Ma sebbene queste immagini possano essere affascinanti e raccontare una bellezza di un passato che non c'è più, esse non possono nascondere la verità del presente: Monesi è diventata una località fantasma, un luogo che, purtroppo, non ha potuto sfruttare appieno il suo potenziale turistico. Il fatto che le strutture, come la seggiovia, siano fuori servizio è solo uno dei tanti segnali di un paese che sembra non riuscire a rialzarsi dopo il disastro.
La neve, che in un altro contesto sarebbe il motivo di festa e aggregazione, qui sembra essere un ulteriore segno di immobilità. E mentre i social mostrano le immagini di un paese che, seppur affascinante, è lontano dalla possibilità di una vera e propria rinascita, la domanda che sorge è: cosa si può fare per restituire a Monesi una parte della sua vitalità?
Rilanciare un borgo come Monesi non è certo semplice. Non basta ripristinare le strutture sciistiche o riaprire qualche attività: serve un piano di recupero globale che guardi alla modernizzazione delle infrastrutture, alla sicurezza del territorio e, soprattutto, a un nuovo modello di sviluppo che vada oltre il turismo invernale. Potrebbe essere necessario investire in una visione più ampia, che valorizzi il patrimonio naturale e culturale del paese, integrando il turismo con altre forme di attrazione, come l'escursionismo, il cicloturismo o la valorizzazione delle tradizioni locali.
La sfida è grande, ma non impossibile. Ci sono esempi di altri borghi che, pur partendo da situazioni simili, sono riusciti a reinventarsi, magari con il supporto delle istituzioni e delle comunità locali. Forse, Monesi ha ancora una possibilità di tornare a essere un luogo vivo e vissuto, ma per farlo servirà un forte impegno collettivo e una strategia ben definita. Riuscirà questo piccolo paese a scrivere un nuovo capitolo della sua storia o resterà intrappolato nella sua "palla di neve", destinato a rimanere un sogno incompiuto?