In una mia precedente nota ho fatto cenno ad un ebreo comunista imperiese (dal nome in codice tuttora sconosciuto) che faceva il doppio gioco tra il CS italiano e il SOE inglese dopo il 1941 e che poi fece perdere le tracce, quasi certamente per entrare nei ranchi della cosiddetta Orchestra Rossa, da quanto se ne seppe più tardi.
Mentre infatti la Germania nazista occupava parte dell’Europa, Parigi, Bruxelles, Amsterdam e la stessa Berlino continuavano a essere unite da un sottile “filo rosso” che terminava nelle mani di Leopold Trepper, direttore di quell’estesissima rete di spionaggio sovietica che la Gestapo aveva soprannominato “Orchestra Rossa”.
Ed è proprio nel cuore dell’impero nazista che l’Orchestra Rossa tesseva la sua tela e che, nonostante le perdite – decine di suoi membri vennero decapitati, fucilati o impiccati –, continuava a sferrare colpi mortali al nemico. Ai confini tra romanzo e documentario, sono state ricostruite spesso le vicende dell’Orchestra Rossa, mettendo le risorse della letteratura al servizio di una ricerca rigorosa della verità, verità di un’epoca importante per le sorti d'Europa in tutte le sue sfumature, assolvendo il compito essenziale di raccontare.
E ciò sulla scorta di documenti ancora in gran parte noti, ma ancora in qualche misura da esaminare compiutamente. Che l'Orchestra Rossa fosse attiva anche nel capoluogo , tirando le fila delle sue operazioni da Nizza a La Spezia, nonostante il minor ruolo svolto rispetto a quello promosso nel resto d'Europa, è trapelato da atti successivi. A dire il vero le iniziative dell'Orchestra Rossa non sfuggivano ai servizi alleati, anche se da tale entità stavano prevalentemente lontano, sia per ragioni di comodo, stante il comune nemico nazista, e sia per acquisire posizioni in vista degli schieramenti che si andranno affermando più tardi, nel dopo guerra.
Non è infatti un caso che dalle informazioni raccolte da fonti alleate o tedesche doppiogiochiste infiltrate ad arte nell'Orchestra Rossa, il SOE britannico e l'OSS americana (l'antenata della CIA) reclutarono in tempo utile spie naziste presenti al termine del conflitto tra Alassio, Imperia, Sanremo e Ventimiglia. Analogo tentativo fu messo in atto intorno al 1944-1945 dai servizi esteri di France Libre che puntavano inizialmente ad occupare ampi territori della provincia imperiese; i servizi francesi di controspionaggio attivi in Liguria, come si evince dalla scoperta di documenti contenuti nei cosiddetti archivi Mitrokhine, furono, in realtà, a loro volta infiltrati a partire dal 1950 da uomini dell'ex Orchestra Rossa a Ventimiglia, Sanremo, Imperia e Albenga.
E ciò per fornire notizie aggiornate sulle ipotesi di difesa europee che Parigi osteggiava secondo una mentalità legata alla visione della Germania hitleriana, ma ormai superata dall' incedere della Guerra Fredda. Per tornare all' Orchestra Rossa nell'imperiese, basterà citare il momento in cui, sempre tra gli anni Cinquanta e Sessanta, i nostri servizi sgominarono una rete particolarmente insidiosa di spie sovietiche: circostanza verificatasi tra il 1957 e il 1964, a seguito dei fatti di Ungheria.
Tuttavia l'Orchestra Rossa in sé non esisteva più e si muoveva con sistemi più complessi il KGB e con esso i servizi degli altri Paesi del Patto di Varsavia. Circostanza di cui ho parlato in altre occasioni e su cui non mancherò di tornare.