“Aveva 65 anni quando è scomparso e avrebbe potuto fare ancora moltissimo”. E’ stata la professoressa Gabriella Stabile Re, presidente della sezione di Imperia dell'Istituto studi liguri a ricordare la figura esemplare dello studio e archeologo Nino Lamboglia scomparso il 10 gennaio 1977.
Oggi a Imperia, la sua memoria, è onorata con una commemorazione solenne presso il cimitero di Porto Maurizio, dove è sepolto, con amici, colleghi e membri dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri che depongono rose rosse, i suoi fiori preferiti. Durante la cerimonia, il parroco della Basilica Concattedrale di San Maurizio ha impartito una benedizione sulla sua tomba, mentre altre figure del mondo accademico e culturale hanno ricordato la sua dedizione e il suo impatto.
La scomparsa del professor Nino Lamboglia ha segnato un duro colpo per il mondo accademico e per la comunità culturale ligure. Il suo annegamento nel porto di Genova, a 65 anni, ha lasciato un vuoto incolmabile, non solo nell’ambito dell'archeologia, ma anche nel contesto storico e culturale della Liguria e in particolare della provincia di Imperia.
Archeologo di fama mondiale era noto per il suo impegno incessante e la sua prodigiosa capacità di studiare e documentare periodi storici che spaziano dalla preistoria all’età medievale e moderna. Con oltre 900 pubblicazioni, il suo lavoro ha arricchito la conoscenza archeologica globale, e il suo approccio innovativo lo ha reso una figura di riferimento nel campo. “Ancora oggi – ha sottolineato Gabriella Re - Lamboglia è ricordato non solo per il suo talento professionale ma anche per la sua capacità di ispirare chi lo circondava, facendo di lui una figura ammirata e rispettata. Il suo nome resta legato indissolubilmente alla storia della ricerca archeologica in Liguria e al mondo accademico internazionale”.
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