Riceviamo e pubblichiamo dal consigliere Luciano Zarbano sul sul caso Avalon
È importante ricordare che la scelta di affidarsi ad Avalon era stata motivata dalla necessità di evitare qualsiasi situazione di potenziale definanziamento. Per ironia della sorte è proprio ciò che si è verificato .Alla luce del contratto stipulato, il consigliere si interroga sulla natura dell’accordo con Avalon, ipotizzando che possa essere assimilabile ad un contratto d’opera. In tali contratti, il prestatore ha diritto al compenso solo se realizza l’opera a regola d’arte ed in conformità a quanto pattuito. “Se le prestazioni di Avalon non hanno raggiunto i risultati richiesti la società risulterebbe inadempiente e quindi sarebbe obbligata a risarcire il committente, in questo caso la Provincia di Imperia”.
Dichiarazioni ambigue e tempistiche discutibili.
Il mancato ottenimento del finanziamento PNRR solleva anche dubbi sulle dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Provincia, che aveva affermato: “Era un po’ forzato, ma ci abbiamo provato lo stesso”. Parole che non solo suscitano perplessità, ma gettano ombre sull’intera operazione.
La collaborazione tra la Provincia e Avalon Srl era iniziata nel 2022, ben prima della formalizzazione dell’incarico avvenuta solo un anno dopo. Già a febbraio dello stesso anno, Avalon aveva infatti redatto le specifiche tecniche per la richiesta di finanziamento del PNRR relativo al Biodigestore di Colli, sottoscritta dal Presidente della Provincia senza alcun incarico formale.
Biodigestore e riduzione della TARI: un obiettivo mancato?
Il Biodigestore, che avrebbe dovuto contribuire a ridurre la TARI anche per i cittadini di Imperia, pare che sia gravato da ulteriori criticità (oltre la revoca del finanziamento). Infatti secondo fonti genovesi il Consiglio di Amministrazione di AMIU Genova – società interessata alla realizzazione del Biodigestore – avrebbe espresso dubbi significativi sulla fattibilità del progetto.
Un sistema viziato da logiche clientelari.
Assistiamo ad una Pubblica Amministrazione sempre più orientata verso il mercato, in ossequio ai dettami del libero mercato”ma senza una reale funzione direttiva, di indirizzo e di controllo. La spesa pubblica, in costante riduzione soprattutto per gli enti locali, diventa terreno fertile per logiche clientelari, trasformando la PA in una mucca da mungere.