Il bar Dolceamaro di Imperia in via XXV Aprile, ospita, domani sera, venerdì 6 dicembre, alle 20.30, ospita la presentazione del volume "Una notte lunga 40 anni" nel ricordo del tifoso della Triestina Stefano Furlan, scomparso poco più di quarant'anni fa, l'8 febbraio 1984.
Anche l'attuale allenatore nerazzurro Pietro Buttu ha voluto partecipare attivamente a questa presentazione e a questa iniziativa: "Ho voluto dare una mano ai tifosi dell'Imperia nel raccontare la storia di questo ragazzo. Una città, Trieste, alla quale mi porta il mio primo ricordo da tifoso: perchè anche io in passato sono stato un 'ultras"' e il mio primo striscione l'ho portato proprio allo stadio Grezar in occasione di un Triestina-Cagliari di Coppa Italia nell'agosto del 1987, tre anni dopo la scomparsa di Furlan. Ci sono tantissimi ragazzi che si fanno centinaia e a volte migliaia di chilometri per seguire la propria squadra a prescindere dalla categoria. Ma purtroppo la figura dell'ultras viene spesso distorta. Ci tenevo a dare il mio contributo anche per via di questo ricordo, e anche perché la storia di Stefano mi ha toccato parecchio. Anche le battaglie che ha fatto sua mamma fino alla sua scomparsa. La memoria è una cosa fondamentale in tutti i campi, non solo in quello sportivo".
Stefano Furlan, ventenne tifoso alabardato, veniva colpito a morte dalla polizia l’8 febbraio 1984, al termine di Triestina-Udinese di Coppa Italia.
Conclusa dopo ventuno giorni di coma la sua agonia, il nome, il volto, la vicenda, l’esempio di Stefano diventano patrimonio collettivo. Anche se chiaramente, molto del merito, oltre alla sfortuna di essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, va riconosciuto all’instancabile battaglia civile di sua madre Renata e degli ultras della Triestina.
Questo libro è un atto dovuto, un grande raccoglitore in cui far convergere quanto prodotto in questi anni nel nome di Stefano Furlan. È un atto dovuto non solo per la ricorrenza tonda tonda ma anche verso mamma Renata, venuta purtroppo a mancare più di due anni orsono, lasciando completamente nelle mani della Curva che porta il nome di suo figlio, tutto il peso della memoria e della testimonianza.