Sarà il Tar a decidere chi ha ragione su un caso di occupazione del demanio pubblico. La società Marina di San Lorenzo è titolare di una concessione demaniale marittima di una zona del Pubblico Demanio Marittimo di 106.937 metri quadrati di cui 98.609,50 di specchio acqueo attuale, per la costruzione e gestione per un totale di 55 anni di un approdo per naviglio da diporto con annesse strutture residenziali, turistico ricettive, commerciali, ludico-sportive e servizi.
La struttura unica Demanio Marittimo ha rilasciato, alla Marina di San Lorenzo l’autorizzazione ed affidato alla società “MCS S.R.L.” di Torino la gestione dell’attività riferita alla cantieristica, da esercitarsi all’interno delle aree e dei manufatti destinati alle attività regolarmente realizzati nell’ambito della concessione. Ma qualcosa è andato storto. Il mese scorso dallo Studio Legale Gallenca di Torino, per conto della società MCS, è stato evidenziato il mancato rispetto del contratto di affidamento per la gestione in esclusiva della cantieristica navale presso il porto di Marina di San Lorenzo.
Nei giorni scorsi, senza aver consentito al Comune l’analisi di quanto scritto e lamentato dallo Studio Legale Gallenca, la società MCS ha proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la società Marina di San Lorenzo s.r.l., concessionaria nonché il Comune di San Lorenzo al Mare, la Capitaneria di porto di Imperia ed il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “per l’accertamento con ogni conseguente dichiarazione del diritto, conseguente alla interpretazione che di fatto le parti hanno dato del contratto di cui infra e all’affidamento che ne è derivato, di parte ricorrente ad ormeggiare imbarcazioni nello specchio d’acqua antistante il cantiere navale presso il porto della Marina di San Lorenzo concesso alla ricorrente con contratto stipulato”. Una situazione che ha indotto il Comune di affidare un incarico legale finalizzato a rappresentare l’ente davanti al Tar.