Il ritorno dei lupi è visto da molti come un segno positivo per la biodiversità e l'equilibrio ecologico, poiché il lupo è una specie chiave per il mantenimento dell'equilibrio negli ecosistemi naturali. Tuttavia, il fatto che la sua presenza stia aumentando in aree abitate e sfruttate per l'allevamento, solleva preoccupazioni reali per la sicurezza degli animali da reddito e, in alcuni casi, anche per quella delle persone. L’ultimo caso è stato segnalato a Villa Faraldi, nel levante imperiese dove una allevatrice, Alice Ardoino, fatica a proteggere i suoi animali. Il numero crescente di lupi e la loro crescente aggressività mettono a rischio la sua attività e la sua serenità. La paura e la frustrazione sono palpabili nella sua testimonianza, ma non sono sentimenti che appartengano solo a lei; sono condivisi da molti altri allevatori che si trovano in situazioni simili.
Il dibattito su come affrontare la questione della presenza del lupo è molto acceso. Da un lato, c'è chi sostiene che bisogna proteggere questa specie in quanto parte integrante dell'ecosistema; dall'altro, c'è chi chiede che vengano trovate soluzioni pratiche per limitare i danni agli allevamenti, soprattutto in un contesto in cui la convivenza sembra essere diventata sempre più difficile.
Le soluzioni non sono facili. Da una parte, l'uso di recinti, cani da guardia e tecnologie di sorveglianza, come le foto-trappole, sono alcuni degli strumenti messi in campo dagli allevatori. Tuttavia, come sottolineato da Alice, queste misure da sole non bastano. Dall'altra parte, le istituzioni sono chiamate a trovare un equilibrio tra la protezione della biodiversità e la salvaguardia delle attività agricole, magari attraverso politiche di compensazione per i danni subiti, come già avviene in alcune zone. In questo scenario, il dialogo tra le diverse parti – allevatori, ambientalisti, istituzioni – è fondamentale per trovare soluzioni condivise che possano garantire la sicurezza degli animali e la conservazione della fauna selvatica. Tuttavia, come emerge dalla testimonianza dell’allevatrice le soluzioni devono essere tempestive e concrete, affinché non si arrivi a una situazione in cui la paura e la frustrazione travolgano il desiderio di mantenere viva una tradizione agricola che è parte integrante della cultura e dell'economia di molte zone italiane.