In precedenti occasioni ho ricordato i diversi trascorsi spionistici che interessarono la provincia di Imperia nel corso del XX secolo a partire dagli Anni Venti fino alla caduta dell'ordine di Yalta.
Tra gli eventi significativi registrati da queste parti alcuni di essi coincisero con i momenti cruciali della Guerra Fredda: in particolare quelli riferiti al fallimento, nel 1954, della proposta volta alla creazione di una comunità europea di difesa e, da ultimo, le ripercussioni tra Ventimiglia ed Albenga dello scandalo Guillaume che, nel 1974, provocò le dimissioni del cancelliere tedesco occidentale Willy Brandt.
Se sul primo episodio resta celebre l'impegno profuso in proposito dell'onorevole Paolo Emilio Taviani, all'epoca ministro italiano della Difesa, che si scontrò contro il pregiudizio negativo della Francia, sul secondo va fatta memoria invece della confusione creatasi nei Paesi del blocco atlantico dopo la scoperta di una spia della STASI (Gunther Guillaume, il servizio segreto della DDR (la Germania comunista) in seno alla segreteria di Willy Brandt.
Il problema del rifiuto francese nei confronti del progetto di difesa comune europea proveniva dalla perdurante diffidenza verso l'Italia e la Germania a causa della guerra: una prova tangibile di tale diffidenza si era già avuta, in provincia di Imperia, nei mesi successivi alla fine del conflitto con il tentativo di Parigi di annettersi in profondità territori liguri, ma anche in occasione della celebrazione della prima edizione del Festival di Sanremo, ritenuto lesivo degli interessi turistici della Costa Azzurra.
In quei giorni sopravvissuti elementi del cessato servizio segreto tedesco del III Reich, passati alle organizzazioni dell'intelligence tedesco orientale, avevano ripreso i contatti con località e con persone già conosciute durante gli anni 1943-1945, cercando di avvicinare e spiare ex commilitoni che in quel periodo cominciavano a tornare come villeggianti in Riviera dalla Germania ovest.
A Dolcedo, Imperia, Alassio, Sanremo e Ventimiglia, per fare degli esempi, si crearono perciò contemporaneamente punti di riferimento della rete spionistica filo sovietica in genere e del regime di Pankov in particolare.
Raccontava mio padre che i servizi italiani comunque avevano tenuto d'occhio da subito tali movimenti, soprattutto dopo aver scoperto un tentativo di reclutamento di un ufficiale della Germania occidentale in vacanza con la famiglia a Diano Marina. Questo ufficiale, certo Mark Hellermann, conosciuto sul fronte orientale da mio padre, era stato ospite dei miei genitori con la sua famiglia, dopo che lo stesso mio padre lo aveva casualmente rivisto e riconosciuto tra i turisti tedeschi in Riviera.
Costui gli aveva confidato di essere stato appunto pedinato e avvicinato da personale dell'est con copertura diplomatica proprio ad Oneglia una domenica di giugno. Una rete, quella dell'est, peraltro, che, negli anni tra il 1953 e il 1958, verrà totalmente sgominata dal controspionaggio italiano con espulsioni in massa di personaggi sospetti. Le spie di Pankov avevano inoltre il compito anche da noi di sabotare i progetti di difesa europea, oltre che di raccogliere notizie su caserme e installazioni militari atlantiche in zona, e di diffondere propaganda contraria agli interessi italiani ed occidentali in materia di difesa, definendoli guerrafondai e imperialisti.
Ad Oneglia, Alassio e a Sanremo c'erano basi con apparecchiature ricetrasmittenti dei tedesco orientali in relazione costante con i loro dirigenti in patria. Tra il 1962 e il 1980 tentativi del genere in tutta la Riviera furono tuttavia messi a tacere.
Il caso Guillaume poi rivelò l'infiltrazione dello spionaggio tedesco orientale persino nelle frequentazioni del clero cattolico e protestante tedesco occidentale di passaggio da Ventimiglia a Savona.
Ricordo personalmente che nell' estate del 1977 un tedesco non ben identificato iniziò a magnificare le conquiste sociali della DDR ai suoi connazionali a pranzo in un ristorante di Oneglia: la reazione degli altri tedeschi fu veemente e invitarono quell'uomo a tacere e a trasferirsi nella Germania orientale. La caduta del muro di Berlino doveva attendere ancora dodici anni.