"Siamo, come Associazione, nel nostro modesto ruolo di ‘pensatoio’, assolutamente consapevoli della necessità della ‘transizione energetica’ dal gas e dal petrolio alle fonti rinnovabili. Tanto più oggi che le gravi tensioni con la Russia ci costringono a pagare gas e petrolio a prezzi molto alti con i noti effetti sia sulle bollette delle famiglie che su quelle delle attività economiche, che già patiscono un notevole scarto sui costi dell’energia rispetto ai concorrenti europei e internazionali", così l'Associazione Rinascimento dall'Entroterra ritorna sul progetto del parco eolico "Imperia monti Moro e Guardiabella", che questo pomeriggio sarà oggetto del vertice tra il presidente della Provincia Claudio Scajola e i rappresentati della società promotrice "18PIUENERGIA".
"Questa transizione per avere successo dovrà essere accompagnata e sostenuta da quella ecologica, attraverso un approccio sistemico e sostenibile, mirato a valorizzare e a recuperare il patrimonio ambientale, storico e paesaggistico del territorio, che sempre ci sorprende con la sua bellezza. Il progetto 'Rinascimento dall’ entroterra' che abbiamo elaborato e condiviso con le comunità locali da alcuni anni, propone un innovativo rilancio economico e sociale del ponente ligure facendo leva sulle bellezze e ricchezze culturali e paesaggistiche, a partire dal patrimonio storico-ambientale che ancora ci colpisce per la cura che i nostri predecessori hanno dedicato a modellare i nostri versanti, costruendo luoghi unici.
Questo progetto guarda a un futuro che è già presente in molti territori e regioni più sviluppate del globo. Guarda alla scienza, al digitale e alle enormi nuove opportunità aperte da un mondo in sviluppo tumultuoso e soprattutto da un progresso rapidissimo delle scienze e delle tecnologie, non sempre compreso dalla politica e certamente poco e poco correttamente comunicato dai giornali e dalla televisione, ma nei fatti dirompente. Grazie all’Intelligenza Artificiale, al digitale, ai progressi nel solare, nell’agri-solare, nel mini e micro eolico, nel mini e micro idraulico, nelle batterie, nell’uso come batterie dei piccoli invasi e a un risparmio di energia ‘virtuoso’ che non sacrifica i benefici dei consumi, è oggi possibile nel ponente, a partire dall’entroterra, creare un ‘internet dell’energia’.
Un sistema locale, innovativo, dotato di una infrastruttura intelligente, basato sullo scambio dell’energia prodotta localmente da piccole e medie aziende e da cittadini produttori e consumatori. Un’infrastruttura ‘distribuita’, caratterizzata da un approccio decentrato come quello delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) suggerito e sostenuto con importanti risorse finanziarie dall’Europa, completamente nelle mani dei cittadini e delle aziende del territorio, con un impatto ambientale estremamente ridotto, rispettoso del territorio che si contrappone alle faraoniche infrastrutture energetiche centralizzate imposte dalle grandi imprese energetiche come nel caso specifico del progetto di macro pale eoliche proposto per le valli Impero, Arroscia e soprattutto Prino.
Gli unici beneficiari di questi faraonici impianti dell’ordine di 200 megawat, equivalenti alla produzione di ben 200 CER, sono le grandi imprese centralizzate che incuranti delle profonde ferite che producono al territorio, dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico generato per trasferire l’energia su lunghe distanze, impediscono agli abitanti di prendere nelle loro mani il loro futuro, di divenire autonomi, di condividere i loro bisogni, di essere solidali. Le CER si basano su una visione decentrata e responsabile di sviluppo, incentrata sulla consapevolezza e sulla partecipazione dei cittadini alle decisioni e alla gestione delle risorse del territorio. Promuovono la vera democrazia quella che nasce dal basso. Non impongono ma stimolano responsabilità e creatività. Sono al contrario dei sistemi centralizzati delle autentiche palestre di solidarietà e democrazia.
Certo, alcune soluzioni tecnologiche di ‘rete intelligente’ sono fortemente innovative, benché ormai acquisite a livello di ricerca e usate in alcune esperienze di punta a livello globale (soprattutto in California, Australia, Giappone). Tecnologie che non tutti – Enel inclusa? - padroneggiano. Questo non deve però costituire un ostacolo al cambiamento e al decentramento della produzione di energia.
Esiste in effetti uno strumento di intervento pubblico poco usato e molto ‘spinto’ dalla Unione Europea, quello degli ‘acquisti pre-commerciali’ (‘pre-commercial procurement’) che sarebbe perfettamente adeguato a questo tipo di iniziative e allo spirito del PNRR.
La filiera di aziende informatiche, artigiane, di costruzioni, agricole locali coinvolte nel progetto proposto dall’Associazione 'Il Rinascimento dall’entroterra' e, nel caso specifico dell’energia, dalla realizzazione di alcune CER, avrebbe certamente la possibilità di sviluppare nuove competenze, prodotti e servizi e di aprire nuovi mercati fuori dalla Liguria e dall’ Italia".