"La crescita dell'eolico in Italia è stata certamente favorita da una forte incentivazione finanziaria con contributi pubblici che sono stati erogati in modo squilibrato rispetto alle altre forme di energia rinnovabili come ad esempio il solare e le biomasse che rappresentano in Italia maggiori potenzialità; dai dati della Commissione europea che ha posto a confronto le rendite dell'eolico nei diversi paesi europei emerge che il livello della rendita dei produttori è massimo per l'Italia fra tutti i paesi dell'Unione con circa 100 euro/MWh per un sito eolico di media produttività, dieci volte superiore a quella della Germania (10 euro/MWh) e cinque volte quella della Spagna (20euro/MWh)", le controdeduzioni del consigliere comunale del Partito Democratico Ivan Bracco al progetto per la realizzazione del parco eolico "Imperia monti Moro e Guardiabella".
Questo spiega perché in Italia si è avuto uno sviluppo dell'eolico a scapito delle altre rinnovabili più adatte al nostro paese come il solare e le biomasse. Altra evidenza non secondaria si riscontrerebbe nella mancanza di procedure di approvazione sociale e un adeguato coinvolgimento delle comunità residenti nel territorio interessato dalla localizzazione di questi impianti, scarsa valutazione di impatto delle torri eoliche.
Si richiede quindi un'analisi costi-benefici e una tutela dell'integrità territoriale e paesaggistica anche per le imprese agricole ed agrituristiche. Le linee guida richieste dalla normativa di settore devono, quindi, rappresentare uno strumento fondamentale per la programmazione territoriale. In attuazione di tali linee guida, infatti, le Regioni possono procedere alla indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti. A supporto di ciò si riporta una decisione della Consulta “A porre il sigillo della Legge delle leggi contro l’assalto di questi Signori del vento è nientemeno un giudice Costituzionale divenuto, poi, Capo dello Stato. Nel 2014, infatti, Sergio Mattarella, allora Giudice della massima Corte, aveva esplicitamente messo nero su bianco un concetto imprescindibile: «Evitare che una installazione massiva degli impianti (eolici) possa vanificare gli altri valori coinvolti, tutti afferenti la tutela, soprattutto paesaggistica, del territorio». Diverso deve essere l’approccio per gli impianti eolici di microgenerazione (potenze meno di 50KW) che, vanno diffuse e perché favoriscono la fornitura elettrica in aree difficilmente raggiungibili dalla rete l'alimentazione di piccole reti, ma sempre con il minore impatto ambientale e paesaggistico.
Ricordo a me stesso che il territorio interessato al progetto è molto fragile e la sola idea di creare strade di cantiere di dimensioni importanti e fondamenta dei tralicci con micropali in profondità, e tralici alti come grattacieli creerebbe sicuramente uno stravolgimento ambientale notevole ad oggi non quantificato.
Pertanto, richiedo a codesto Superiore Ministero di fermare l’iter del procedimento amministrativo, anche in considerazione di quanto previsto nella sentenza della Consulta sopra citata e di indire una valutazione del progetto con la partecipazione attiva in primo luogo delle Amministrazioni Comunali, delle Associazioni tutte, degli ordini professionali, della Regione Liguria, dei cittadini anche con forme referendarie, per capire nel dettaglio la volontà popolare comparata con i reali benefici del progetto, sia termini di vantaggi energetici sia in termini di reale impatto ambientale".