Attualità - 05 agosto 2024, 17:30

Parco eolico nell'entroterra, i sindaci: "Uno scempio paesaggistico e ambientale"

Vertice in Comune a Pieve di Teco mercoledì sera

Parco eolico nell'entroterra, i sindaci: "Uno scempio paesaggistico e ambientale"

L’entroterra imperiese diventerà il regno del vento. Forse. Se i sindaci dei paesi interessati non riusciranno a impedire l’installazione di 32 pale eoliche, il ponente sarà sicuramente a energia elettrica prodotta dal vento. E la prima mossa per impedire quello che, almeno a parola, i sindaci considerano uno scempio paesaggistico e ambientale e, oltretutto, una mancanza di considerazione è la riunione convocato nella sede comunale di Pieve di Teco per il prossimo mercoledì sera.

È un progetto di interesse nazionale – avverte Massimiliano Mela, sindaco di Borgomaro – che è stato presentato da una società privata direttamente al Ministero della Transizione Ecologica mentre ai comuni non è stato neppure comunicato se non per la Valutazione di impatto ambientale”. 

Ma a Pieve di Teco ci saranno, comunque, tanti suoi colleghi. “Al momento credo di non avere ancora precisi elementi per prendere una soluzione favorevole o contraria – considera Angelo Arrigo, sindaco di Aurigo – Dovremo capire il rapporto costi/benefici valutando tra i “danni” ambientali ed estetici e i vantaggi: non possiamo sempre lamentarci dell’inquinamento e del clima e adesso non assumere una posizione equilibrata anche per il mio paese che avrà ben 5 pale nel suo territorio”.

Se Aurigo avrà il record del ponente per il numero di torri che, con le pale, potranno raggiungere l’altezza di 209 metri, Borgomaro, oltre alla sede per 4 piloni, avrà anche una cabina di trasformazione, altra saranno nel territorio di Dolcedo e Prelà mentre Vasia, Pietrabruna, Castellaro e Cipressa sono gli altri paesi interessati a opere logistiche come le strade di accesso. “Dobbiamo evitare lo scempio del nostro territorio – reazione a caldo di Giuseppe Rebuttato, sindaco di Dolcedo – Non so se potremo intervenire ma non siamo minimamente stati interpellati e soltanto avvertiti da pochi giorni di un progetto che, al di là di ogni valutazione, è esteticamente uno scempio”.

Certo che, l’assoluta mancanza di comunicazioni, non è stato soltanto uno sgarro ai sindaci dei paesi interessati anche a quelli, come Cipressa, coinvolti solo per le strade di accesso ai piloni. “Sono caduto dalle nuvole quando ho avuto la notizia – confessa il sindaco Filippo Guasco– ma è una vergogna che non ci sia stato alcun avviso ai comuni: dovremo vedere le condizioni, la portata e i vantaggi per esprimere un parere sul progetto”.

A reclamare un sacrosanto diritto a esprimere un giudizio sono, ovviamente, i paesi più coinvolti dalle torri. “Noi avremo 5 pale – prevede Mattia Gandolfi, sindaco di Prelà – ma abbiamo poco da legiferare considerato che è un progetto supportato dal Ministero della Transizione Ecologica: con altezze di oltre 200 metri avranno un impatto mostruoso senza che i comuni abbiano la possibilità di avere voce in capitolo”.

Non può mancare la voce del comune che, mercoledì, ospiterà la “reazione”. “In linea generale, sono contrario – ammette Enrico Pira, sindaco di Pieve di TecoNon posso essere favorevole alla deturpazione delle nostre montagne oltretutto senza essere avvisati: con l’altezza prevista per le pale mi sembra una follia ma non voglio essere contrario a prescindere. Vedremo il progetto e le sue conseguenze”.

Ino Gazo

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