A giugno scorso cinque giorni senz’acqua a Lingueglietta e Rivieracqua ne imputa la responsabilità ai suoi abitanti e ai turisti. In questi giorni la società erogatrice, alle rimostranze della popolazione interessata, firma una "anonima" risposta a mezzo stampa ammettendo soltanto un “limitato disservizio” per una sola giornata invece di cinque e senza attribuirne la causa a evidenti problemi di erogazione ma alle cattive e brutte abitudini degli abitanti di riempire le piscine.
“Poco importa se nella frazione non esistono piscine – contesta Filippo Guasco, sindaco di Cipressa – l’importante, invece, è salvare la propria faccia anche a costo di negare l’evidenza”.
Evidenza che il sindaco del paese capoluogo individua facilmente nelle obbligatorie modalità di gestione per un’azienda fornitrice di servizio idrico. “La mancanza grave – precisa Guasco – è l’assenza di quel minimo livello di manutenzione tale da indurre alla scoperta che tutto dipendeva da un galleggiante bloccato”. Ma non è stato l’unica difficoltà di quei giorni. “Anche in questo caso – spiega con ironia il sindaco – la colpa sarà stata degli abitanti neppure in grado di segnalare telefonicamente il guasto per 'consentire un rapido intervento'”dato che il numero verde ha l’abitudine si suonare molto a lungo senza alcuna risposta”.
Si potrebbe pensare, ed è proprio il sindaco a ipotizzare la consequenzialità dei fatti, che i tecnici di Rivieracqua, dopo aver scoperto il blocco del galleggiante e dopo due giorni di ricerca della perdita, si sono resi conto di non essere in grado di risolvere il problema in tempi brevi. “Allora hanno chiesto collaborazione al sottoscritto – racconta Guasco – Con la telefonata nel pomeriggio del 27 giugno mi hanno invitato a interfacciarmi con il fatidico Consorzio di Cipressa e Costarainera, a credito per circa 700 mila euro nei confronti di Rivieracqua, per chiedere l’intervento dei suoi operai proprio per riportare il servizio idrico alla normalità”.
L’amarezza del primo cittadino non è stata soltanto quella legata ad un servizio che ha dimostrato un’evidente inadeguatezza ma anche e soprattutto dipendente dal consequenziale comportamento della società. “Si capisce bene che un’azienda così importante e efficiente – afferma Guasco – non può perdere tempo per le assurde pretese di poche centinaia di persone che passano il tempo ad aprire i rubinetti: troppe grandi questioni agitano l’empireo aziendale”.
E, insistendo nell’ironia, il sindaco prosegue. “Forse i suoi dirigenti sono impegnati ad accumulare debiti, ad oggi per quasi 100 milioni di euro, e a erogare il servizio nel modo migliore ovvero far pagare gli utenti che, senz’acqua, possono riempire le piscine con il sudore necessario a crearsi le risorse necessarie per pagare i loro debiti”.