Se da una parte c’è una Liguria che cresce in termini di PIL, dall’altra c’è un’altra Liguria costretta a vestire una non certo onorevole maglia nera. Un ultimo posto nazionale che inevitabilmente fa discutere e impone riflessioni in ottica di sviluppo.
Seppur immerso nella natura tra mare e montagna, il territorio ligure non si può certo definire ‘green’ e lo dimostrano i dati del report Liguria 2030 presentato da The European House - Ambrosetti (TEHA).
Senza tanti giri di parole, il dato che balza subito all’occhio è il poco onorevole ultimo posto nazionale alla voce “Energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili”. La Liguria, con il suo 7%, è da sola e distaccata in coda alla classifica con un netto divario da tutte le altre. Basti pensare che il Lazio, penultimo, arriva al 15,1%. Al primo posto nazionale, invece, c’è l’inarrivabile Valle d’Aosta con il suo 213,9% (valori percentuali sul totale della domanda interna). Praticamente un altro mondo.
Viene difficile pensare la Liguria, terra ventosa e soleggiata, non abbia saputo investire nella produzione di energia da fonti rinnovabili, un passaggio cruciale negli anni ’20 del secondo millennio quando la transizione ecologica è ormai sulle agende di tutti i protagonisti del mondo imprenditoriale e politico su scala nazionale e internazionale.
La poca propensione alle tematiche ambientali emerge anche da un altro dato inserito nel report. Siamo alla voce “raccolta differenziata” e qui la Liguria abbandona l’ultimo posto, ma resta sempre in zona retrocessione piazzandosi 16ª e ultima tra le regioni del Nord con il suo 57,6% (dato del 2022). Dietro ci sono solamente Campania (55,6%), Calabria (54,6%), Lazio (54,5%) e Sicilia (51,5%).
Va detto, per contro, che nell’ultimo anno la raccolta differenziata ligure è aumentata dell’1,9%, dato che vale il quarto aumento percentuale tra tutte le regioni italiane dopo Sicilia (+4%) e Trentino e Valle d’Aosta (entrambe +2,1%).
Due dati che aggiungono un ulteriore punto di criticità per un territorio che già deve fare i conti tutti i giorni con pensanti carenze sul piano delle infrastrutture, ma che non può evolvere senza tenere in considerazione uno sviluppo che sia anche sostenibile e rispettoso dell’ambiente.