Troppo spesso il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è stato vissuto come uno strumento di difficile comprensione con cifre spesso sbandierate a destra e a manca senza una reale applicazione nel pratico. Facile (forse) da capire per gli addetti ai lavori, meno semplice per i cittadini che ne potranno beneficiare direttamente o indirettamente.
Partiamo dalle basi: quanti fondi arriveranno in Liguria? Stando ai dati presentati nel report Liguria 2030, in totale sono previsti 7,7 miliardi di euro, pari al 3,4% delle risorse totali del Piano. Una cifra notevole se si pensa che la Liguria pesa il 2,7% in termini di PIL su scala nazionale.
Qual è il settore (chiamate “missioni”) che maggiormente beneficerà dei fondi PNRR? Alle infrastrutture andranno il 55,9% del totale dei fondi, pari a 4,3 miliardi di euro. Un vero e proprie tesoretto che, si spera, servirà per mettere mano a un sistema infrastrutturale che è notoriamente l’anello debole della regione.
Al secondo posto, con netto distacco dalla prima voce, la rivoluzione verde con il 13% dei fondi, pari a un miliardo di euro. Cifra simile per l’istruzione con l’11,2% del totale: 862 milioni di euro.
Alla missione inclusione andrà l’8,2% (631 milioni di euro), mentre alla digitalizzazione il 7,5% (577 milioni).
Il fanalino di coda è la salute, argomento a dir poco delicato in Liguria, tra reparti che chiudono, liste d’attesa infinite e una crescente emigrazione verso altre regioni per visite e operazioni. Il sistema sanitario ligure dal PNRR riceverà il 4,1% dei fondi destinati, pari a 315 milioni di euro. Una cifra che difficilmente potrà ovviare alle carenze di un settore che, stando a quanto emerso nelle ultime settimane, potrebbe chiudere il 2024 con un disavanzo di oltre 250 milioni di euro. Facile, quindi, intuire come i fondi PNRR siano del tutto sproporzionati (al ribasso) rispetto alla richiesta di un territorio notoriamente anziano e, quindi, bisognoso di cure e assistenza.
La buona notizia tra le pagine del report Liguria 2030 arriva dalla quantità di fondi privati che il PNRR potrà attivare in Liguria. Secondo lo studio di TEHA i privati potrebbero portare in Liguria 64 miliardi di euro fino al 2026. Un dato basato sul decennio pre Covid (2010-2019), quando il settore pubblico ha investito in Liguria 9 miliardi di euro mentre il privato ha portato 74 miliardi con un fattore moltiplicativo di 8,3.
Sempre stando alle elaborazioni di TEHA, gli investimenti del PNRR potranno incidere sulla crescita della regione per un orizzonte temporale prolungato, dalla fine del PNRR fino al 2036 con un differenziale di 7,2 miliardi rispetto alle stesse proiezioni senza i fondi del Piano.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo ricordiamo, è il programma con cui il Governo gestisce i fondi del Next Generation Eu, lo strumento di ripresa e rilancio economico introdotto dall’Unione europea per risanare le perdite causate dalla pandemia.
Il PNRR italiano è stato finanziato dal Consiglio Europeo con 191,5 miliardi di euro composti da 68,9 miliardi finanziati da sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi tramite prestiti. Nel dicembre del 2023 il Consiglio dell'Unione Europea ha accolto la proposta della Commissione per modificare il PNRR italiano con l’aggiunta di un nuovo capitolo dedicato a REPowerEU. Ora, quindi, l’importo complessivo del Piano è di 194,4 miliardi di euro, di cui 122,6 miliardi sono sotto forma di prestiti e 71,8 miliardi in sovvenzioni.