io_viaggio_leggero - 09 giugno 2024, 07:00

Isola di Mozambico: l'Africa da scoprire in lingua portoghese

Reportage, interviste, esperienze lontane dal turismo di massa e luoghi inaspettati da esplorare ”zaino in spalla”. Raccontaci il tuo viaggio? Scrivi a: ioviaggioleggero@gmail.com Reportage, interviste, esperienze lontane dal turismo di massa e luoghi inaspettati da esplorare ”zaino in spalla”. Raccontaci il tuo viaggio? Scrivi a: ioviaggioleggero@gmail.com

Isola di Mozambico: l'Africa da scoprire in lingua portoghese

Il Mozambico è una terra che ho avuto la fortuna di visitare di recente, insieme al mio storico compagno di viaggio Giorgio. L’idea è nata durante una cena ad agosto, in riva al mare, a base di “ricciola” e con una vista mozzafiato sul promontorio di “Porto Maurizio” ad Imperia. Mese di novembre è deciso si parte, una fuga al caldo in pieno autunno; quando le giornate si accorciano, le temperature si abbassano e la pioggia comincia a cadere. 

Nizza > Addis Abeba> Nampula con Ethiopian Airlines e dopo circa 10 ore finalmente “Africa”, fantastico ! Arrivati ci rendiamo subito conto di essere in un paese molto povero e con una grande disparità sociale ed economica; le strade sono asfaltate solo in centro, la miseria si percepisce agli angoli delle strade ma le auto di lusso e i centri commerciali non mancano. La sensazione è quella di un nazione in via di sviluppo ma non per tutta la popolazione, si tratta comunque del sesto paese più povero al mondo. Cerchiamo una SIM per il telefono, così da avere internet sempre a disposizione e raggiungiamo un hotel in centro per la notte. Nampula è una città ricca di “botteghe” che vendono qualunque cosa e le strade sono occupate da ambulanti improvvisati; propongono dalle scarpe alle carriole, per continuare con sigarette sciolte e frutta fresca. Dopo una serata in un american-bar con annesso karaoke cinese, così da rimanere in tema di contraddizioni, pianifichiamo lo spostamento verso la nostra vera destinazione. Mattino presto trasferimento in bus verso la costa per raggiungere “Isola di Mozambico", l’antica capitale; dopo quasi 6 ore arriviamo a Lumbo, un piccolo villaggio con un mercato del pesce molto caratteristico e tanta polizia. Dal 1960 un ponte ad una sola corsia alternata collega l’isola alla terra ferma; un’opera d’ingegneria notevole per via della sua costruzione quasi a pelo d’acqua, un’esperienza particolare ed inaspettata.

 

Arriviamo “Ed è subito sera”, come direbbe Quasimodo, qui il sole tramonta alle 5 del pomeriggio e i colori accesi del luogo lasciando spazio al crepuscolo. Un’isola portoghese nel cuore dell’africa dove la lingua e i palazzi in stile coloniale trasportano indietro nella storia, al tempo delle colonie . Beira Mar, un grande alloggio al secondo piano di un edificio storico, è pronto ad accoglierci con essenzialità e vista mare. Selma, la proprietaria è una donna portoghese sulla sessantina che ha vissuto in Angola gran parte della vita prima di trasferirsi qui, rapita dalla magia del posto. Luogo magico? Si esatto. Le strade acciottolate, le facciate color pastello, la presenza trascurabile delle auto e l’assenza di modernità trasformano una passeggiata in un’esperienza favolosa; Vasco cantava “Vivere una Favola ( … ) cosa non darei per vivere su un’isola”.

 

Sveglia alle 7 colazione a base di frutta e prima avventura, tour in bicicletta con guida locale. La storica fortezza portoghese cinta da mura, l’antico ospedale oggi abbandonato e la grande moschea con centinaia di fedeli in preghiera sono alcune meraviglie che ho avuto la fortuna di visitare, quasi in forma privata. Questa è una terra sconosciuta al turismo, soprattuto è un luogo dove “l’Europeo” viene associato quasi sempre al lavoro nelle ONG o nelle multinazionali. Il giorno seguente, andiamo alla scoperta della popolazione locale visitando il quartiere all’estremità sud. La maggior parte dei mozambicani vive in piccole case diroccate e addossate l’una all’altra, sotto il livello della strada principale; alcune di queste senza finestre ma stranamente con parabola e televisore, molte con tetto di paglia intrecciata e tutte con servizi igienici approssimativi. Il clima tropicale e caldo quasi tutto l’anno rende possibile, per fortuna, una vita principalmente all’aria aperta e priva di confort; la stagione delle piogge in alcuni mesi crea allagamenti che tuttavia trovano sfogo, in appositi canali di scolo risalenti al ‘700. Entriamo in un’abitazione a prendere un caffè, veramente buonissimo, accolti con gentilezza e tanto stupore; i piccoli di casa giocano sul pavimento e la mamma è impegnata nelle faccende domestiche. Il padre famiglia, all’opera nel riparare la gomma di una moto, ci racconta che proprio qui acconto si trova il vecchio tunnel utilizzato per il passaggio degli schiavi dalla città alla spiaggia, quando i portoghesi imbarcavano in segreto esseri umani come merce di scambio.

Mi ha colpito la bontà di queste persone così povere ma così lontane da ogni forma di pericolosità; nei loro occhi si legge un passato di sofferenza e un presente incerto ma è il sorriso a caratterizzare l’approccio. L’isola è separata storicamente in due zone e al tempo dei “Conquistadores” era divisa da un vera e propria muraglia, per evitare contatti tra gli autoctoni e le famiglie portoghesi benestanti.

Nonostante i tempi siano cambiati la parte nord, recentemente dichiarata Patrimonio UNESCO, viene frequentata dai “locals” solo per motivi di lavoro. Breve passeggiata in riva al mare con birra “2M” gelata e tramonto da cartolina.

 

Alcuni giorni dopo decidiamo di provare l’esperienza del Dau, una piccola imbarcazione a vela tipica dell’Africa orientale; in realtà si tratta di una scafo in legno con un fusto di palma come albero maestro e tanta corda per renderlo galleggiante. Giro in barca molto emozionante lungo la costa del continente con il mio compagno di viaggio Giorgio, velista esperto, al timone in alcuni tratti; il mare è calmo e l’acqua è color turchese, le spiagge intorno di sabbia bianca sono ricche di coralli. Da quel momento in poi diventiamo un Trio perchè durante l’escursione conosciamo Espedito, un attore brasiliano che vive in Mozambico. Un uomo sulla cinquantina, nato a San Paolo e già da bambino protagonista nel mondo dello spettacolo, nella sua carriera in Brasile alterna apparizioni televisive a performance teatrali. Oggi lavora per la tv nazionale e vive a Maputo, capitale del paese; molto simpatico, di grande cultura, vegetariano da sempre e appassionato di birra. Gli incontri umani sono la vera ricchezza del paese che stai visitando perchè rendono speciale ed unico il tuo viaggio. Almeno per noi è stato così !   

 

Le giornate trascorrono velocemente. L’isola con le sue meravigliose spiagge e la cucina molto gustosa vizia i nostri occhi e sbalordisce il palato, anche quello di Espedito. E’ il caso della Matapa piatto della tradizione popolare, a base di foglie di manioca cotte nel latte di cocco e servite con riso speziato, buonissimo ! Il paesaggio è molto suggestivo quando l'alternarsi della marea regala alla vista un mare di conchiglie, durante le passeggiate al mattino presto. L’entusiasmo di Espedito è contagioso e la sua empatia è travolgente. Detto fatto, ultima sera festa in spiaggia con un gruppo di medici spagnoli che lavora a Nampula e si trova sull’isola per il week end. Giovani laureati che stanno facendo una specializzazione in malattie infettive, qui in Mozambico una vera e propria piaga per la popolazione e un grande banco di prova per la ricerca scientifica. Balli di gruppo, spontaneità, una lingua mista “ HISPANO- PORTOGHESE” come colonna sonora e tante risate con degli sconosciuti, lontano da casa.

 

Il Mozambico è una terra fuori dalle rotte turistiche ricca di natura incontaminata, di spiagge bellissime e di umanità disarmante. Un paese dalla storia complicata e bellicosa ma che sa regalare autenticità, soprattutto a noi europei spesso scontenti di “una vita in prima classe”. Andateci prima che si trasformi in un grande parco vacanze.

 

IN & OUT

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  • Le medicine essenziali
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Lascia a casa

  • La passione per lo spritz
  • L’abbonamento a Netflix
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Valutazione :  4 zaini

 

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Marco Di Masci

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