Sanità - 08 giugno 2024, 09:00

Il coaching in ambito pedagogico

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Il coaching in ambito pedagogico

Il coaching è una metodologia che genera nell'individuo un processo di apprendimento, finalizzato a elaborare una profonda conoscenza di sé stessi e a perseguire una crescita costruttiva. Il compito del coach è quello di aiutare le persone a identificare e valorizzare le risorse interiori per sviluppare le proprie potenzialità, utili al raggiungimento degli obbiettivi in diversi ambiti della loro vita: sociale, lavorativo, scolastico, familiare, personale. Oggi ci concentriamo nell’ambito pedagogico. 

Come Life Coach mi sento di dire che “educare” non è solo trasmettere il sapere nozionistico, ma consiste anche nel risvegliare l’enorme potenziale creativo che ognuno di noi racchiude, affinché ogni persona sia in condizioni di vivere appieno la propria esperienza di vita, apportando il suo miglior contributo nella società. Etimologicamente, il termine “educazione”, dal latino ex-ducere, significa “condurre fuori”, indicando appunto che, tutto ciò che il processo educativo si prefigge di raggiungere, si trova già “dentro” l'educando. 

L'educazione, in questa prospettiva, viene vista come il mezzo per creare un futuro migliore per sé stessi, attraverso la conoscenza, la comprensione e lo sviluppo personale. Siamo nel campo della pedagogia che è la scienza umana e sociale che studia l'educazione e la formazione dell’essere umano nella sua interezza, ovvero lungo il suo intero ciclo di vita. Per comprendere quanto il coaching condivida principi e metodologie con la pedagogia dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, esattamente nell’Antica Grecia, dove la figura del pedagogo era riconducibile allo schiavo che “accompagnava” il bambino durante il tragitto da casa a scuola. In seguito alla conquista della Grecia da parte dei Romani, venne chiamato paedagogus lo schiavo greco che, oltre ad accompagnare i bambini, insegnava loro la lingua greca. 

Col passare dei secoli il significato di paedagogus divenne quello di insegnante, tanto che in età imperiale paedagogum era chiamata la scuola dei paggi di corte. I primi approcci metodici alla pedagogia giungono dal V secolo a.C., con la Maieutica di Socrate (stesso fondamento del coaching). Il filosofo vede il lavoro dell’educatore simile a quello della levatrice: il suo compito è quello di far emergere la conoscenza insita nelle persone, attraverso una serie di domande che indurranno l’interlocutore a cercare una risposta dentro di sè. Un altro filone che ci riporta all’essenza prima del coaching in ambito pedagogico è quello di Platone, con riferimento all'arte della Maieutica, descritta mirabilmente nel dialogo Teeteto, dove Platone riporta l'insegnamento socratico che ha per tema la conoscenza. 

Un giovanissimo discepolo, Teeteto, conversa con Socrate e l'insegnamento che ne trae è che soltanto un continuo lavoro di indagine, di ricerca e di travaglio può portare alla luce la verità insita nella sua anima. In molti dialoghi Platone si pone il problema del “come si fa” ad imparare e dà il via ad una lunghissima e fitta schiera di pensatori che analizzano la cosiddetta paideia, il processo educativo e di formazione che nell’antica Grecia denotava il modello pedagogico in vigore ad Atene, riferendosi non solo all’istruzione scolastica dei fanciulli, ma anche al loro sviluppo etico e spirituale. La paideia (pedagogia) era una forma elevata di cultura in grado di guidare il loro inserimento armonico nella società. Una trasmissione dei valori fondamentali alla formazione di cittadini adulti e consapevoli. Infatti, il termine, che nell’accezione originaria è l’equivalente di «educazione», assunse ben presto in Grecia il significato di «formazione umana», per arrivare poi a indicare la cultura nel senso più elevato e personale. In sintesi, sia Socrate che Platone sottolineano l’importanza nel campo della “formazione umana” di un educatore “saggio”, una guida, in grado di far emergere in modo naturale la conoscenza, insita nell’animo della persona, così da favorire il suo processo di crescita completo. 

Ancora una volta, le conoscenze antiche si fondono con quelle moderne a conferma che passano i secoli, cambiano i contesti e lo stile di vita, ma il percorso di crescita umano rimane sempre lo stesso. Coaching moderno e paideia uniformate nella loro capacità di “traghettare le persone” in un viaggio di maggiore conoscenza per aumentare la consapevolezza delle proprie parti ostacolanti e delle proprie risorse, con l’obbiettivo di trasformare l’esperienza di vita in un percorso di crescita in senso più elevato. Il coach come il pedagogo ha il compito di ex-ducere (portare fuori) dall’animo della persona tutto il suo sapere, vale a dire la consapevolezza delle sue capacità e risorse, così da impiegarle al meglio per raggiungere gli obbiettivi desiderati in qualsiasi ambito. Tra le competenze del coach ne emergono alcune che sono condivise dai professionisti che lavorano nell'ambito pedagogico dell'educazione e della formazione scolastica, come: l'ascolto attivo; l'elaborazione dei feedback personalizzati; la pianificazione di strategie specifiche di apprendimento. Parliamo di prestazione, apprendimento e divertimento. Tre componenti “fondamentali” del metodo coaching. Sappiamo che le competenze pedagogiche in ambito scolastico sono impiegate per facilitare l'apprendimento degli studenti, tramite la progettazione di un ambiente che dovrebbe essere stimolante e accogliente, con una finalità educativa che va oltre la sola istruzione nozionistica.

 Un ambiente, quello scolastico, che a volte mette sotto pressione l’alunno che si sente giudicato, non all’altezza, non capito. Pressione che può arrivare anche dalle troppe aspettative della famiglia o da una difficoltà del ragazzo a integrarsi nel contesto, tutte situazioni che favoriscono la paura di fallire, l’insicurezza e il conflitto interiore. Al contrario, penso che in un ambiente “accogliente e non giudicante”, l’alunno potrebbe imparare a vivere il suo compito (apprendere) come una sfida; un compito che accetta di svolgere al meglio, senza stress, con una concentrazione rilassata, una chiarezza di intenti e una capacità a far emergere le proprie risorse al meglio, divertendosi! L’educazione dovrebbe avere come finalità l’insegnamento di principi fondamentali come: la consapevolezza senza giudizio; la fiducia in sé stessi; l’uso della scelta libera e consapevole. L'alunno in questo modo potrebbe imparare a superare i propri ostacoli interiori, disimparando abitudini mentali e fisiche improduttive, così da apportare in modo naturale i cambiamenti costruttivi, finalizzati al raggiungimento dei suoi obbiettivi nell'ambito scolastico e non solo. Aumenterebbe la sua autostima e fiducia nelle sue capacità naturali, anche grazie alla consapevolezza di aver compiuto una “scelta libera”. Progettare attività coinvolgenti e interessanti, incentrate sullo sviluppo delle competenze e conoscenze, stimolerebbe gli studenti al raggiungimento di una comunicazione efficace, di un ascolto attivo e di una concentrazione rilassata. L’apprendimento è uno dei principi fondamentali sia del coaching e che della pedagogia, senza il quale diventa “impossibile raggiungere gli obbiettivi preposti”. 

Il coaching favorisce un apprendimento attivo, consapevole, significativo e auto-regolato. Un processo che tiene conto dei bisogni e delle caratteristiche della persona. In questa prospettiva, il coaching può essere visto come uno “strumento pedagogico”, in quanto si focalizza sull'individuo e sulla sua crescita personale, senza impartire conoscenze o informazioni, ma riconoscendo al ragazzo un ruolo attivo nel proprio percorso di sviluppo nell’istruzione scolastica. Nel corso dell'apprendimento si inserisce poi un ulteriore processo quello dell'esperienza. Vale a dire che veniamo educati dal nostro vissuto. Purtroppo, non sono poche le esperienze diseducative che intralciano il processo di crescita del ragazzo, anche nell’ambito scolastico. Quanti ragazzi pensano che imparare sia stancante e inutile? Per alcuni studenti, la scuola di oggi rappresenta una fonte di ansia, il che provoca in loro un atteggiamento che li induce a rifiutare le possibili esperienze educative.

 Ecco come il coaching potrebbe inserirsi, contribuendo ad attribuire un ruolo attivo ad ogni ragazzo, impegnato in prima persona, nel percorso personale di crescita e di apprendimento in tutti gli ambiti della sua vita, non solo in quello scolastico. In conclusione, possiamo affermare che il coaching e l’ambito pedagogico condividono diversi aspetti e strumenti, tanto che si potrebbe parlare di coaching educativo che, se applicato nell’ambito della formazione scolastica, consente di acquisire competenze che permettono all'alunno di vivere un processo di crescita e autoapprendimento, aiutandolo a sviluppare tecniche più efficaci, come la memoria, l'organizzazione delle informazioni e la gestione del tempo. Insomma, le competenze pedagogiche possono contribuire a creare un ambiente di coaching più efficace e stimolante, così come le strategie di coaching possono generare un impatto positivo sulla relazione educativa, aiutando la persona a raggiungere i propri obiettivi con maggiore efficacia e successo. Se ci rifacciamo al significato originario di pedagogo (colui che guida; che accompagna) anche il coach potrebbe essere considerato un “educatore” nel senso che aiuta (accompagna) la persona a scorgere le proprie potenzialità per rendere possibile la sua apertura nel mondo e la sua auto-realizzazione. 

“Accompagnare” è il termine giusto, perché noi coach accompagniamo persone e famiglie nel superare difficoltà personali, sociali ed educative, così da vivere in piena consapevolezza la propria esperienza di vita.

Redazione

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