Le nove ore di interrogatorio e la lunga memoria difensiva consegnata dal presidente Giovanni Toti aprono a nuovi scenari dell’inchiesta per corruzione che da inizio maggio ha portato la Liguria al centro delle cronache giudiziarie e politiche locali e nazionali.
Toti ha difeso a spada tratta il proprio operato, pare sia imminente la richiesta di revoca dei domiciliari da parte del suo legale Stefano Savi e la parola “dimissioni” è sempre sulla bocca di tutti, tra chi le chiede e chi le respinge.
Tra i leader nazionali il primo a parlare è stato il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani: “Dimettersi? Dipende da lui e dalla magistratura. Se verranno revocati i domiciliari credo possa rimanere alla guida della Regione”.
“Le inchieste non fermino l’Italia, i cantieri - così Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture - non commento l’inchiesta, ma se si crede, come io credo, che Toti sia innocente, per come lo conosco, come una persona onesta e corretta, mi chiedo se fosse necessario arrestarlo a un mese dal voto”.
Attendista la premier Giorgia Meloni che, prima di esprimersi in merito alle eventuali dimissioni e all’altrettanto eventuale voto anticipato, vuole attendere i dettagli dell’interrogatorio e ai suoi dice da giorni: “Aspettiamo”.
Intanto le chiavi di Regione Liguria restano nelle mani del presidente ad interim Alessandro Piana che porta avanti l’attività amministrativa alla guida della giunta e difende l’operato del governatore, anche alla luce delle dichiarazioni rese ai pm nella sua memoria difensiva: “Toti sta dimostrando un esercizio di responsabilità e di trasparenza, così come compatta e responsabile è la giunta che sta continuando a tener fede agli impegni assunti con i cittadini, con tutti i liguri, non solo con i nostri elettori. Questa situazione, seppur spiacevole, non bloccherà la Liguria, non fermerà il Paese e le grandi opere che aspettiamo da decenni, come dimostra la posa del primo cassone della diga foranea di Genova a distanza di pochissimo tempo rispetto alla seduta del consiglio regionale in cui abbiamo approvato la possibilità di finanziamento da 57 milioni”.
“Leggendo la memoria che il presidente Toti ha consegnato ai magistrati si capisce ancora una volta in maniera evidente il suo rispetto verso le istituzioni e il suo quotidiano e costante impegno per migliorare e far crescere la Liguria - dice Marco Scajola, assessore regionale e una delle colonne della giunta Toti, storicamente tra i più vicini al presidente - è stato un lungo interrogatorio, abbiamo letto che il presidente ha risposto alle tantissime domande e credo che sia evidente e sotto gli occhi di tutti la sua disponibilità nel voler chiarire la situazione dell’inchiesta per poter spiegare nel dettaglio la sua buona fede e il suo buon operato. Ho letto con piacere che tutti i leader di centrodestra abbiano espresso parole di vicinanza e di rispetto nei confronti del presidente Toti. Le dimissioni sono un argomento strettamente personale, ma auspico che non vengano date perché se un amministratore si dimettesse ogni volta che c’è un’indagine verrebbe a saltare quel sistema democratico che porta le persone a ricoprire ruoli importanti attraverso il consenso dei cittadini. Auspico, quindi, che il presidente Toti possa ritrovare la libertà e tornare alla guida della Liguria perché sono convinto ed è percepibile anche dalle reazioni di tanti amministratori e cittadini che la stragrande maggioranza dei liguri vogliano questo”.