"Da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza'', il ministro della Giustizia Carlo Nordio, è perplesso per gli arresti domiciliari del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti insieme ad altri in una maxi inchiesta che riguarda la corruzione e atti contrari ai doveri d'ufficio.
A margine degli Stati generali dei commercialisti a Roma, dove si trova, avanza l'ipotesi di una giustizia a orologeria soprattutto per la tempistica delle indagini per presunti reati commessi anni addietro. ''A me non piacciono le frasi fatte, io preferisco tener presente il principio di presunzione di innocenza e dell'esistenza dell'impugnazione''. ''La mia perplessità - sottolinea Nordio - non è sul momento in cui scatta un provvedimento cautelare rispetto all'imminenza delle elezioni, anche perché in Italia si vota molto spesso; se ho delle perplessità tecniche, queste riguardano l'adozione di una misura rispetto ai tempi in cui è stato commesso il reato e al tempo in cui sono iniziate le indagini''.
''Non conosco gli atti - dice Nordio - ma mi è sembrato di capire che si tratta di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l'inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro. Da pubblico ministero raramente ho chiesto provvedimenti di custodia cautelare dopo anni di indagine, tenendo conto se pericolo di fuga, reiterazione e inquinamento delle prove dopo tanti anni dall'evento che si è verificato possano ancora sussistere''.