Attualità - 21 aprile 2024, 07:11

Il personaggio. Mario Quaranta, l’uomo che sussurra alle barche

"Devo entrare in sintonia con lo scafo per poter intervenire nelle cure e per questo mio compito ho bisogno anche di un certo tempo”, racconta a La Voce

Mario Quaranta con il figlio Andrea

Mario Quaranta con il figlio Andrea

Mario Quaranta, l’uomo che sussurra alle barche, di legno ovviamente. E, nel suo cantiere Sibma Navale di Dolcedo, ha avuto un contatto oltre il visivo anche con il  “Carron II”, 8 metri stazza internazionale, campione mondiale della classe, che, dopo un periodo di accurate cure, è stato varato nei giorni scorsi dallo scalo nell’area portuale di San Lazzaro.

Con le barche, io ci parlo – racconta Quaranta Devo entrare in sintonia con lo scafo per poter intervenire nelle cure e per questo mio compito ho bisogno anche di un certo tempo”. Come il fantino e il suo cavallo, come se, e qualcuno lo ha coraggiosamente detto, le barche di legno avessero un’anima. A differenza di quelle in “plastica” che sono fredde e senza calore e che non possono certo mai varcare la soglia del suo cantiere a Dolcedo.

Un cantiere, fondato dal padre Ernesto nel ‘62, che è situato in un piccolo paese della Val Prino, alle spalle di Imperia, piccolo sì, ma, grazie a Quaranta, diventato il centro mediterraneo del restauro, ovvero dell’eccellenza del refitting e della costruzione di scafi in legno e, quindi, delle barche d’epoca di ogni età.

Mio padre ha fondato il cantiere nel 1962 – spiega Mario Quaranta – e, dal 2004, siamo diventati un centro di eccellenza in Mediterraneo per il restauro e la manutenzione degli scafi in legno, soprattutto dei Dragoni”. E a Dolcedo, dopo più di 60 anni, l’attività cantieristica  prosegue con l’apporto del figlio ventinovenne Andrea che rappresenta la terza generazione della famiglia di costruttori navali. Dopo le cure “Carron II” varato nel 1935 e “Vision” del 1930, un altro 8 metri già passato alla manutenzione del cantiere di Dolcedo, parteciperanno al prossimo campionato mondiale della classe ad agosto 2024 in Scozia.

Scafi che rappresentano la nobiltà della costruzione navale considerato che sono composti da un “panorama” di legni pregiati quali teak, mogano, quercia e frassino. Come il "Valentina" che, coinvolto in una collisione in regata durante un’edizione delle “Vele d’Epoca” di Imperia è stato affidato a Quaranta per il ripristino del dritto di prua e di una parte del fasciame in mogano.

Inoltre, anche grazie all’avviato rapporto di collaborazione con il cantiere inglese Petticrows, leader mondiale nella costruzione dei Dragoni, l’impresa di Quaranta è diventata la struttura di riferimento in Mediterraneo per quel monotipo a chiglia fissa più diffuso al mondo e conosciuto come la “barca dei re”. A oggi già una ventina di scafi di questo tipo di barca hanno eletto il cantiere di Dolcedo il riferimento per rimessaggio e manutenzione periodica. 

Ino Gazo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU