Nelle settimane delle polemiche per gli aumenti provocati dall’istituzione della tariffa idrica unica provinciale, la conferenza dei sindaci di Rivieracqua è tornata a riunirsi per discutere, in vista della gara per l’ingresso del socio privato, il nuovo statuto e i patti parasociali, la proposta di aumento di capitale e l’obbligo di ingresso dei Comuni attualmente non soci. Una corsa contro il tempo perché, come ha detto lo stesso commissario dell’Ato idrico, Claudio Scajola, “il socio privato dovrà essere in funzione entro il 31 ottobre”. In mezzo una (a dir poco complessa) gara pubblica e un costante percorso di salvataggio di una società dal destino finanziario a dir poco complesso, sin dalla sua nascita.
L’assemblea di oggi, nella Sala degli Specchi del Comune di Sanremo, è stata anche l’ultima per il sindaco della Città dei Fiori, Alberto Biancheri. “Siamo qui per portare avanti decisioni sofferte, oggi siamo a un passaggio fondamentale - così si è congedato Biancheri - Rivieracqua non è il sogno che tutti volevamo, ma abbiamo cercato di fare il meglio per qualcosa che non era partito nel mio giusto. Ricordo ai sindaci più giovani che il giorno che abbiamo deciso di aprire a un provato è stata una scelta molto sofferta, avevamo ben chiaro tutto quello che sarebbe successo con un percorso non semplice per l’organizzazione della gara. Era l’unica strada per portare avanti la società. Secondo me è stato fatto un buon lavoro soprattutto nella composizione del consiglio di amministrazione, il futuro della società dipenderà dai piccoli Comuni, da Imperia e da Sanremo. Se c’è intesa tra tutti abbiamo la maggioranza. Se ci mostreremo deboli lasceremo delle praterie ai privati. A tutti facciamo l'invito di andare in consiglio comunale il prima possibile”.
Il commissario Scajola ha poi fatto il punto sull’ingresso del socio privato e sul percorso di avvicinamento alla data del 31 ottobre: “L’approvazione dello statuto è un obbligo in capo al commissario, ho voluto l’assemblea perché ritengo doveroso il confronto. Senza questo passaggio i 500 creditori si sarebbero uniti nel fallimento, significa che la gestione del servizio sarebbe andata a gara interamente privata. La classe politica si è esibita parlando senza sapere. La società è pubblica con capitale privato in minoranza perché i sindaci di Imperia e Sanremo hanno rinunciato a una cifra e già contribuisce a far sì che la maggioranza della società sia pubblica. Il privato deve apportare fondi. La gara sarà fatta con 40 milioni da parte del privato e 10 milioni come anticipazione bancaria e non in azioni: 5,5 dal Comune di Imperia e 4,5 da Sanremo. Per fare in modo che la società stia in piedi è necessario procedere in maniera tale che noi abbiamo la maggioranza pubblica. Quando c’è il privato il pubblico si fa fregare? Dipende da voi. Dobbiamo fare in modo che nella nuova società ci siano tutti i Comuni rappresentati. Abbiamo gestito l’acqua in maniera vergognosa, abbiamo fatto pagare 366 tariffe, ci sono realtà dove si innaffiava senza mai pagare, si infilava l’acqua irrigua nell’acquedotto pubblico, si pagava la tariffa irrigua per riempire le piscine”.
“Il prossimo termine è vicinissimo ed è quello per avere in funzione il vincitore il 31 ottobre 2024, un termine che ci agita - ha aggiunto Scajola - cosa mettiamo in gara? La quota di minoranza della società, ma per metterla in gara devi dire com’è la società, quale statuto ha e quali patti parasociali ha. Per questo dobbiamo avere una gara perfetta e uno statuto perfetto. Per arrivare al termine del 31 ottobre ci devono essere anche i consigli comunali, il che significa che lo statuto e i patti parasociali devono passare al più presto nei consigli comunali”.
Ora, quindi, la palla passerà ai singoli consigli comunali che dovranno approvare lo statuto e i patti parasociali, mentre i Comuni non soci dovranno entrare nella compagine come previsto dai 'paletti' per consentire la gara e l'ingresso del socio privato. Infine, ovviamente, lo statuto dovrà essere approvato anche dall'assemblea dei sindaci di Rivieracqua.