Attualità - 30 marzo 2024, 07:53

Il messaggio augurale del vescovo Borghetti per la Santa Pasqua 2024

Il presule: "Vi è un duplice aspetto nel mistero pasquale: con la sua morte Cristo ci libera dal peccato, con la sua risurrezione ci dà accesso ad una nuova vita”

Il messaggio augurale del vescovo Borghetti per la Santa Pasqua 2024

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

La primavera è arrivata e con essa la Festa delle Feste cristiane: Pasqua di Risurrezione! In questi giorni santi siamo invitati e guidati a prendere coscienza rinnovata del Mistero Pasquale nella sua interezza: dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “vi è un duplice aspetto nel mistero pasquale: con la sua morte Cristo ci libera dal peccato, con la sua risurrezione ci dà accesso ad una nuova vita”, liberati dal peccato  ci rende nuovamente partecipi della sua grazia compiendo l’adozione a figli, figli di Dio e fratelli  di Gesù Cristo “ non per natura, ma per dono della grazia, perché questa filiazione adottiva procura una reale partecipazione alla vita del Figlio unico, la quale si è pienamente rivelata nella sua risurrezione” (CCC 654). Nella risurrezione si manifesta in pienezza la vita del Figlio alla quale siamo innestati. Questo è il principio e il fondamento della nostra speranza!

Sant’Ignazio di Antiochia facendo allusione al Cristo che si è innalzato come un astro nel giorno della Risurrezione afferma che con Lui “si è innalzata la nostra vita” (Sant’Ignazio di Antiochia, Lettera ai Magnesi, 9,1). Siamo perdonati e rinnovati, resi figli nel Figlio e chiamati a vivere nella novità di vita propria del Cristo! L’evento salvifico che commemoriamo e attualizziamo nel Giorno che ha fatto il Signore -domenica di Pasqua- e in tutte le domeniche dell’anno che sono “sacramento della Pasqua” (Sant’Agostino), non è solo la risurrezione di Cristo! Il fondamento della nostra fede, della nostra speranza e della nostra salvezza è tutto il grande mistero del passaggio di Gesù da questo mondo al Padre che implica la passione e la morte sulla croce e culmina nella sua esaltazione alla destra del Padre e nel dono dello Spirito Santo. È un solo grande Mistero che ha una sua profonda e organica unità.

Nel corpo del Cristo Risorto la natura umana è rinnovata, trasfigurata e divinizzata. Ogni domenica “sacramento della Pasqua”, il cristiano è chiamato a prendere coscienza della sua partecipazione alla vita del Risorto -‘grazia’-; avverte l’urgenza di costruire in sé “quell’uomo interiore che si rinnova di giorno in giorno” di cui ci parla San Paolo (cfr 2Cor 4,16). Gusta la gioia di appartenere a questo mondo nuovo e si assume l’impegno di edificarlo giorno dopo giorno. Diventa così testimone di speranza per l’umanità tutta! Per questo alla domanda circa la funzione storica del cristianesimo si può, a mio avviso, rispondere che anzitutto è chiamato ad essere un segno testimoniale di speranza, certo di quella “Grande Speranza” radicata nel Cristo morto e risorto. Abbiamo sempre bisogno di ricordare che il termine ‘Pasqua’ si applica non solo alla Risurrezione, ma anche alla Croce; Croce e Risurrezione sono legati in modo indissolubile, sono le due facce di un unico Mistero: la vittoria della vita si ha attraverso la morte. “Per mezzo della Croce la gioia è entrata nel mondo”, canta la Chiesa il Venerdì Santo ed è una gioia comprata a caro prezzo! Se separiamo i due aspetti deformiamo e mutiliamo il cristianesimo e lo condanniamo alle derive di una spiritualità tetra e malinconica se tagliamo fuori la Risurrezione o ad un ottimismo ingenuo, labile e fatuo se tagliamo fuori la Croce. La gioia e la speranza fioriscono sull’Albero della Croce.

Pellegrini di speranza è il tema che il Santo Padre Francesco ha dato al Giubileo del 2025; un invito forte a radicare le nostre vite in Gesù morto e Risorto! La preoccupazione di San Giovanni Paolo II per l’Europa si è estesa ben oltre i fatti degli anni Ottanta-Novanta: il suo cruccio era come aiutare il vecchio continente a ritrovare le sue radici cristiane e a coltivarle per trarne frutti di speranza; nella sua Enciclica Centesimus annus (1-05-1991) denunciava “il vuoto spirituale lasciato dall’ateismo, il quale ha lasciato prive di orientamento le giovani generazioni e in non rari casi le ha indotte, nell’insopprimibile ricerca della propria identità e del senso della vita, a riscoprire le radici religiose della cultura delle loro nazioni e la stessa persona di Cristo, come risposta adeguata al desiderio di bene, di verità e di vita che è nel cuore di ogni uomo”(25). Quanta profezia in quelle parole!

Uomini “rigenerati a una speranza viva” (1Pt 1,3) grazie a Colui che è la nostra Pasqua (cfr 1Cor 5,7). Un caro augurio a tutti voi carissimi fratelli e sorelle! Cristo Nostra Pasqua è morto e risorto! Rallegriamoci ed esultiamo, rinnoviamo i propositi di bene e generosamente testimoniamo la Grande Speranza: Gesù Cristo, nostra vita! Invochiamo il dono della pace per i popoli in guerra, il dono della fraternità, il dono della solidarietà con gli ultimi. Ai giovani in ricerca, ai bambini, alle famiglie, agli anziani, ai malati, ai carcerati, a tutti i sacerdoti, religiose e religiosi a tutti e proprio a tutti la mia benedizione! Cristo, nostra speranza è risorto!

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