Si sono svolti domenica 10 marzo presso il Pala Pellicone di Ostia le finali del Campionato Italiano A1 di judo riservato alle classi Under 18.
I migliori atleti del paese hanno preso parte alla competizione, 269 per la precisione, in rappresentanza di 132 club.
L’accesso alla fase finale del Campionato Italiano A1 è riservata agli atleti che occupano le prime posizioni nella ranking Nazionale ai quali si aggiungono i primi sei classificati al campionato italiano A2.
Il sodalizio imperiese OK Club ha partecipato con tre atleti, due nelle categorie femminili e uno nelle categorie maschili, ma conosciamo meglio gli imperiesi in gara.
Martina Giordano, classe 2007 cintura nera 1° dan categoria -52 kg, già medagliata nel 2023 al limite dei 48 kg. Francesca Sini, classe 2009 cintura marrone campionessa italiana nel 2023 nella categoria under 15 gareggia al limite dei 44 kg. Giacomo Pertunia, classe 2008 cintura marrone 5° classificato al campionato A2 2024 nella categoria al limite degli 81 kg.
La prima a scendere in gara è Martina Giordano che supera facilmente il primo incontro per poi cedere al secondo turno contro la laziale Cialini, riesce ad accedere alla pool dei recuperi dove superando due difficili incontri passa alla finale per il 3 e 5 posto, purtroppo si deve arrendere ad una forte avversaria fermandosi comunque ad un onorevole 5° posto.
Francesca Sini che al primo anno nella under 18 si trova a gareggiare con atlete esperte, supera agevolmente prima del limite due incontri e accede alla semi finale dove viene sconfitta dalla friulana Moruzzi anche per lei un onorevole 5° posto.
Giornata purtroppo da dimenticare per il forte Giacomo Petunia che perde due incontri di fila senza trovare il bandolo della matassa in una categoria sicuramente alla sua portata.
Gli imperiesi erano accompagnati in gara dal tecnico Marco Viani. I segnali sono buoni commentano i dirigenti imperiesi solo qualche sfumatura ha impedito di portare a casa risultati ancora migliori, lavoreremo come al solito per risolvere alcuni problemi tattici, ma i ragazzi sono sereni e tranquilli nella consapevolezza che la gara non è finalizzata ed estremizzata al risultato, ma un momento di crescita personale.