La richiesta, avanzata dall’opposizione, della convocazione di un consiglio comunale dedicato al provvedimento di decadenza delle concessioni demaniali marittime produttive, verrà discussa nei prossimi giorni nella conferenza capigruppo.
I consiglieri Ivan Bracco, Daniela Bozzano, Loredana Modaffari, Lucio Sardi, Luciano Zarbano, Edoardo Verda, Deborah Bellotti e Alessandro Savioli, propongono “la revoca o, in subordine, la sospensione dell'avviso di avvio del provvedimento di sgombero notificato ai titolari di concessione demaniale marittima con finalità diversa da quella turistica ricreativa, sportiva, residenziale ed abitativa, in attesa che vengano adottate univoche linee di indirizzo nazionali o regionali in materia”, inoltre, chiedono che “l'amministrazione attivi un tavolo di confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali ed i soggetti economici interessati”.
Lo scorso 17 ottobre è stato notificato agli operatori commerciali titolari di concessioni demaniali marittime produttive l’avviso di avvio del procedimento di sgombero della area, dando il termine, agli interessati, di 30 giorni per la presentazione di memorie o documenti. Una procedura che ha destato forti preoccupazioni tra gli operatori economici, come si legge proposta di convocazione del consiglio, “dato che la natura di tali interventi determinerebbero la perdita della capacità produttiva e quindi la chiusura di diverse imprese del settore con conseguenti perdite di posti di lavoro ed impoverimento del tessuto produttivo cittadino”. A fronte del provvedimento inoltre, "il Comune rischia di essere coinvolto in azioni di natura legale con gli operatori economici colpiti dai provvedimenti di revoca".
“L’iniziativa -scrivono i consiglieri nel documento- non rappresenta un adempimento urgente imposto da alcuna norma o atto di indirizzo nazionale o regionale” e in ogni caso si dovrà "dare piena applicazione alle direttive europee, ed in particolare alla "Bolkenstein", in tema di concessioni demaniali, al fine di assicurare la necessaria concorrenza, la parità di trattamento e allo Stato gli introiti dovuti, come più volte sollecitato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella".
Infine, contestano i consiglieri, la decisione non è stata preceduta né dalla discussione in commissioni comunali o in consiglio, né dal confronto con le organizzazioni di categoria e sindacali o con gli operatori economici coinvolti.