Al termine dei sei anni di gestione del Cda, con il presidente Gian Alberto Mangiante e Sara Rodi (poi con Giacomo Chiappori), è stato approvato oggi il bilancio di Rivieracqua, che passa la mano ad un amministratore unico, il torinese Giuseppe Torno, già Ad di Amat.
Il primo ricordo di Gian Alberto Mangiante è andato ai dipendenti: “Hanno sempre lavorato alacremente e, insieme a Sara Rodi e Giacomo Chiappori, sono stati un punto di riferimento mio e della società. Senza dimenticare i sindaci Alberto Biancheri e Mario Conio, con i quali abbiamo condiviso più che con gli altri arrivati dopo una strada tortuosa. Ricordo anche i commissari Gaia Checcucci e Claudio Scajola, che hanno contribuito a portare la società allo stato attuale. Rivieracqua ha più di 200 dipendenti e fattura 44 milioni di euro. Abbiamo presentato un bilancio di sostenibilità e, se compariamo la società rispetto al 2017 possiamo parlare di un passaggio da un’era preistorica e ad una futuristica. L’amministratore che entrerà oggi potrà lavorare in modo migliore e noi facciamo il tifo per lui, affinché possa terminare il lavoro fatto finora. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità, per far uscire la società da una situazione di disequilibrio, anche per il massimo rispetto di tutto l’ambito imperiese che ha bisogno di efficienza nella gestione idrica”.
Il bilancio chiude con una perdita di 7,8 milioni: “C’è una motivazione – ha detto Mangiante – tra la pandemia, le guerre e gli aumenti delle materie prime. Sono figli proprio di questi che, nel 2022, è stato di circa 14 milioni. Se noi lo togliessimo e, al netto dei crediti riconosciuti, Rivieracqua sarebbe uscita con un utile netto di 3 milioni. Non vuole essere una giustificazione ma, questo non fa altro che traguardare il trend positivo del 2021, pari a 1,9 milioni”.
Quale futuro per Rivieracqua: “Siamo a disposizione per aiutare chi succederà al nostro mandato e noi facciamo il nostro tifo per loro affinché la società possa arrivare ai traguardi prefissati”.
Le interviste
Sara Rodi ha così commentato gli anni di lavoro: “Anche da parte mia ribadisco la mia disponibilità verso il nuovo amministratore, sia per un normale passaggio di consegne, anche per dare una mano in qualsiasi momento”.
Giacomo Chiappori, membro del Cda, ha aggiunto: “Porto una mia memoria storica, tra mal di pancia e magoni che mi rendevano a tratti scomodo e ‘cartavetroso’. Oggi mi sono sentito sollevato per la presentazione del bilancio perché non si finisce mai di imparare. Oggi ho capito che bisogna saper sorridere anche se non ne hai tanta voglia. Ritengo che Rivieracqua sia una società assolutamente appetibile per un soggetto privato”.
Quali sono i passaggi che ora dovranno essere fatti? Si tratta di interventi che devono essere realizzati al più presto, soprattutto perché a gennaio terminano le misure protettive. Entro il 26 dovranno essere preparati gli accordi già pronti a settembre 2022, soprasseduti per una serie di vicende. Sottoscrizione del fascio di accordi, presentazione in tribunale ed approvazione degli stessi.
“Ricordiamo – ha detto Mangiante - che la richiesta di finanziamento e la quota del socio privato e fondamentale per il pagamento dei debiti che la società ha contratto. I 40 milioni ipotizzati nel piano economico dovranno essere portati dal socio privato e capitali”.
Se nessuno dovesse partecipare al bando? “Non ci sarebbe un piano – risponde Mangiante - e, salvo un intervento straordinario degli enti pubblici, la società andrà in liquidazione”. Quale interesse per il socio privato? “Mettere a disposizione una somma che darebbe un rendimento positivo. Generalmente la gestione di un Ato idrico porta a questo. Le tariffe rimarranno quelle prefissate anche con l’ingresso del privato”.