Calo del 25% nella cattura dei cinghiali in un anno: è questo il dato registrato dall’Azienda Territoriale Imperiese dallo scorso anno al 2023. Lo scorso anno sono stati 1.050 gli ungulati abbattuti mentre, in quello in corso siamo arrivati a 850.
Da cosa dipende? Secondo i cacciatori i problemi sono fondamentalmente due: la discesa dei lupi verso valle e la scarsità di cibo nei boschi, in particolare quest’anno le castagne. In più i cinghiali, attratti nelle campagne e anche nei centri urbani dal cibo ‘facile’ (come i rifiuti), scendono a valle, abbandonando le zone di caccia.
I lupi ormai sono a caccia delle prede più presenti e, oltre ai caprioli e, a volte, animali che fuggono dalle greggi, anche i cinghiali. Questi, impauriti dalla sempre più massiccia presenza dei lupi, fuggono dalle zone boschive. Un fatto che già nel 2010 era stato segnalato e che ora è ulteriormente aumentato, con il timore di potersi ritrovare nelle zone abitate anche i lupi, oltre ai cinghiali.
I cacciatori della nostra provincia, negli ultimi tempi, hanno trovato spesso gli ungulati uniti in branco e anche dentro i roveti, dove riescono a difendere le femmine e i piccoli. Anche il numero dei cinghiali è diminuito, in questo caso per la riduzione delle nidiate da due a una l’anno, sempre per la scarsità di cibo.
La presenza massiccia dei lupi incide soprattutto sui piccoli di cinghiale e, proprio in relazione a questo interviene Matteo Anfossi, presidente provinciale dell’Atc: “È un allarme sicuramente – ci ha detto - ma mi meraviglio soprattutto quando sento parlare della protezione del lupo in Europa. Un falso perché questo accade solo in Italia”.
Anfossi ci ha infatti confermato che, al confine, solo in Francia sono stati abbattuti 70 lupi negli ultimi tempi: “Pensate che i pastori francesi – prosegue - girano con il fucile per tutelare le greggi. In Finlandia le renne vengono protette sempre cacciando i lupi. Nessuno vuole annientarli, perché anche questo animale fa parte della natura ma, visto che viene cacciato nella vicina Francia, ovviamente si sposta in Italia e il primo avamposto è la nostra provincia. Speriamo che non succeda mai, ma i lupi, oltre ad attaccare i cinghiali e i caprioli, possono anche scendere più a valle e i rischi per gli uomini è elevato, senza dimenticare quelli per gli allevamenti”.
Ma quanti lupi sono stimati in provincia? “Ci sono tanti branchi da 8/10 animali ciascuno – risponde Anfossi - e sono stati visti anche con le foto trappole. Saranno almeno 100/200 ed hanno chiaramente bisogno di mangiare. Il rischio c’è ed è per tutti. Il lupo non è più un animale in via di estinzione e sono sempre più frequenti gli attacchi alle greggi, con gravi problemi economici per quei pochi allevatori rimasti”.