Cataclisma in minoranza, Laura Amoretti, già gruppo Pd e Silvia Mameli (Imperia senza padroni) vanno nel Gruppo misto.
La seduta del consiglio comunale si è aperta con un doppio colpo di scena: le consigliere prima di abbandonare per esigenze logistiche hanno comunicato al parlamentino la loro intenzione di lasciare i gruppi di appartenenza, così spiegandone le motivazioni.
L'INTERVENTO DI SILVIA MAMELI
L'INTERVENTO DI LAURA AMORETTI
"Non è semplice per me oggi annunciare la mia sofferta e maturata decisione di uscire dal gruppo consiliare Imperia senza padroni dopo che il mio capogruppo in un intervista sui media locali, rendendomi protagonista di una imbarazzante soap opera a causa della pubblicazione di una lettera dove mi chiedeva di firmare le dimissioni dal Consiglio comunale, sosteneva che l'obiettivo della sua candidatura a sindaco era quello di creare una valida alternativa all'amministrazione in scadenza e assolutamente contro nessuno, proponendo un programma ad effettivo beneficio della comunità"; ha esordito Silvia Mameli.
"Queste erano in teoria le ragioni che avrebbero dovuto e dovrebbero spingere il consigliere Zarbano a operare in questo quinquennio di legislatura comunale. Ed è in primo luogo sulla base di questo programma e dei valori in esso enunciati e da me totalmente condivisi che ho aderito all'invito di partecipare alla competizione elettorale e che oggi determinano e animano il mio impegno da eletta alla carica di consigliere".
"Il mio capogruppo che ha tutto il mio rispetto quale uomo di riconosciuti valori morali, ha invece politicamente portato avanti iniziative unidirezionali su argomenti attinenti al primo cittadino e seguendo palesemente la linea politica di estrema sinistra dalla quale mi dissocio in quanto personalmente mi sono da sempre identificata in una corrente politica di centro destra! Voglio precisare che la mia mancata adesione alla sottoscrizione delle istanze in argomento non esclude che si debbano fare emergere e stigmatizzare azioni e comportamenti non idonei o in contrapposizione al bene pubblico specie se compiute nell'espletamento di incarichi pubblici. Di ciò ho piena consapevolezza!".
"Tuttavia il sistema democratico in cui fortunatamente viviamo prevede organi deputati alla valutazione degli atti compiuti in eventuale difformità alle normative e solo a essi è demandato il compito legittimo di emettere sentenze e di comminare eventuali sanzioni in ambito civile e penale. Sono stata attaccata per non aver firmato queste istanze, non si sono volute sentire le ragioni e ciò mi ha causato profonda amarezza, fortunatamente lenita da molti Interventi di sostegno umano".
"A tal proposito ringrazio coloro che hanno espresso solidarietà nei miei confronti cito I consiglieri Lauretti, Savioli e Landolfi rispettivamente di minoranza e maggioranza oltre al capolista Mario Re e Federico Mantovani primo dei non eletti e ovviamente i miei elettori che mi sono stati vicini appoggiandomi e chiedendomi di non mollare e di andare avanti".
"Ribadisco che per me fare politica significa analizzare le pratiche amministrative presentate sia dalla maggioranza che dalla minoranza per favorire o contrastare elementi e principi in esse contenute nell'esclusivo interesse dei cittadini di Imperia nonché personalmente pormi all ascolto delle esigenze della comunità e fare proposte a soddisfacimento delle sue legittime attese. Mi riesce duro e doloroso sedere e rappresentare un gruppo consiliare condotto a mio avviso e ad avviso di chi mi ha votato in dissonanza rispetto agli intenti programmatici originari a me cari sia sotto il profilo ideale che fattuale. Per tutti I motivi elencati passo al gruppo misto, il mio formale distacco, come ho comunicato con pec al Presidente che prego di controllare l'avvenuto ricevimento, sarà operativo da domani 8/8 anche al fine di consentire I lavori regolari del Consiglio comunale odierno, per questo abbandonerò da ora la seduta".
"Esco dal gruppo consiliare PD per aderire al Gruppo Misto. Non avrei mai pensato che ciò diventasse la liberazione da una situazione di sofferenza politica e personale. Disagio che non nego partire da lontano. Nasce da un atto d’imperio, forse ligure, forse romano, che annullava decisioni già prese sul mio ruolo. Al tempo ho messo da parte l’ambizione personale perché pensavo che comunque dovesse prevalere la voglia di portare avanti proposte amministrative alternative, nell’ interesse di Imperia", ha esordito la Amoretti.
"Dopo una campagna elettorale non facile, dove a quel disagio se ne sostituivano altri, auspicavo che, almeno di fronte al responso delle urne, i toni si placassero e si cominciasse a fa politica per davvero. Così non è stato. E il tipo di politica che ho visto in questi mesi non mi appartiene. Non mi appartengono certi linguaggi accusatori, le insinuazioni, il fatto che su ogni pratica debba necessariamente esistere un qualcosa, una virgola, che non va. E comunque cose che fanno del dibattito sempre uno scontro sulle persone. Questo atteggiamento ha contagiato anche il gruppo del PD, dove, scusate la franchezza, mi è parso sin da subito di essere vista come un fastidio".
Sia chiaro, credo che nel Paese il centro sinistra non possa fare a meno del PD. Ma, il suo “metodo condiviso e plurale”, qui io non l’ho ancora sperimentato. Sembra esserci un solo modo per fare opposizione, gli altri non hanno agibilità perché altrimenti vengono accusati di “strizzare l’occhio” o essere troppo 'gentili'. Quasi che la gentilezza fosse sinonimo di ignavia e non una virtù. C’è una cosa che dovrebbe essere scontata, la ricordava più volte qui il consigliere Savioli: non esiste una sola maniera di contrastare scelte non condivise e soprattutto non esiste un unico linguaggio quello che si traduce sempre nel delegittimare l’altro. E, badate bene, questo vale per tutti, maggioranza e minoranza.
Ne prendo atto e lascio il gruppo consigliare, nell’interesse della pluralità della sinistra, della mia vocazione riformista e pragmatica e anche per il rispetto che ho per la diversa azione politica che altri vogliono portare avanti, sperando che loro, in futuro, abbiano il rispetto per la mia. Ritengo doveroso questo gesto anche perché, se oggi non posso considerare questa la mia casa, di certo non voglio provare ad usarla per improbabili carriere politiche, come altri pensano o come altri fanno. Volevo essere una voce del coro, non una bandierina, non è stato possibile. Il mio ruolo di minoranza in questo consiglio non è e non sarà mai messo in discussione.
Lo dimostreranno le mie azioni. Lo dimostra la mia storia, seppur recente, in politica. Mi sono messa in gioco già cinque anni fa in una sfida non facile, l’ho rifatto in una situazione ancor più complicata. Senza cercare comode scorciatoie.
Continuerò a fare opposizione, per rispetto alla mia coerenza, alla mia visione politica e soprattutto per rispetto ai miei elettori. Dell’amministrazione, in una parola, non condivido la visione di sviluppo della nostra città. Farò “minoranza” in modo fermo nel merito delle pratiche.
Continuerò come donna di sinistra, con spirito libero a battermi per l’affermazione delle libertà individuali e dei diritti sociali prima ancora che civili. In altre parole, per una sinistra che trova la sua identità nel socialismo democratico, liberale, plurale.
E sono certa che, sia consiglio che in città, avrò compagni di strada con cui lavorare, con cui costruire.
ll mio distacco dal gruppo (come ho comunicato con pec al presidente che prego di verificare) avrà efficacia da domani, garantendo così anche un regolare svolgimento dell'odierno consiglio. Onde evitare ulteriori strumentalizzazioni e imbarazzi ritengo quindi corretto, anche verso il gruppo da cui mi allontano, non partecipare alla seduta consigliare odierna", ha concluso Laura Amoretti.