La Confartigianato della provincia di Imperia è stata tra le realtà promotrici del progetto 'Innovazione Valorizzazione delle Acque di Vegetazione' (i-VAV), dedicato alle applicazioni di tecnologie per la riduzione di sostanze organiche nelle acque di vegetazione e loro immissione in fognatura.
Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014 -2020, Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - Gruppo di Azione Locale - 'Riviera dei Fiori', si tratta di un Progetto pilota finalizzato all’applicazione e alla divulgazione di soluzioni tecnologiche per risolvere due criticità permanenti della filiera olivicola: la gestione delle acque di vegetazione, l’utilizzo ottimale dei sottoprodotti solidi quali sanse e nocciolino, la caratterizzazione genomica dell’oliva Taggiasca.
L’intervento realizzato ha inteso rispondere all’esigenza di individuare le più adeguate soluzioni per gestire in maniera univoca i sottoprodotti della lavorazione della filiera dell’oliva attraverso la valorizzazione degli stessi sottoprodotti e la diminuzione dei costi attualmente sostenuti dagli operatori.
La certificazione ambientale dell’intero processo di gestione dei sottoprodotti, rappresenta una ulteriore esigenza, al cui raggiungimento, le soluzioni adottate, potranno, nel medio e lungo termine, contribuire.
Al momento attuale i diversi sottoprodotti della lavorazione dell’oliva, rappresentati in massima parte dai residui di lavorazione dei frantoi, sono considerati come rifiuti speciali da smaltire in impianti autorizzati, consentendone solo un limitato spandimento negli uliveti.
Infatti l’unico sottoprodotto che può essere conferito liberamente è la sansa di oliva, che può essere ceduta a sansifici per la successiva essicazione o per una seconda estrazione.
In generale si osserva che le diverse iniziative nazionali e regionali non abbiamo finora favorito la ricerca di soluzioni il cui livello di efficacia non ha mai trovato particolare riscontro e condivisione da parte degli operatori del settore e non ha consentito di fornire i necessari requisiti per rispondere completamente agli standard normativi previsti.
Tra le principali famiglie di sottoprodotti della lavorazione dell’oliva le acque di risulta delle lavorazioni olearie (acque di vegetazione) che si generano dalla produzione dell’olio extra vergine di oliva costituiscono uno dei problemi per il comparto in quanto per le caratteristiche di alcuni elementi che le compongono trovano qualche difficoltà di smaltimento anche in ragione dei volumi prodotti
Attualmente, le soluzioni adottate per il loro smaltimento, sono di due tipi:
· smaltimento in appositi impianti (un depuratore è disponibile a Savona);
· riutilizzo mediante spandimento sui terreni, secondo quanto previsto dalla Legge n° 574 dell'11 novembre 1996 e successive norme regionali, che pongono limiti ai quantitativi che possono essere rilasciati e vincolano la possibilità di spandimento a una perizia geologica;
A queste due modalità ci sono ora le premesse di aggiungerne altre due interessanti soluzioni:
· conferimento a bio-digestori;
· versamento in fognatura se allacciata a un depuratore, secondo modalità e caratteristiche che devono essere fissate dai relativi gestori.
Quest’ultima, alla luce delle 'Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali' è certamente, per il comparto di riferimento, la strada economicamente più interessante da percorrere.