I benefici del contatto con la natura sono oggetto di numerosi studi. La recente pandemia ha ulteriormente messo in evidenza quanto la privazione delle attività all’aria aperta siano fonte di malessere sia fisico che psicologico. Soprattutto se il periodo che non trascorriamo all’aria aperta è passato in contatto con le nuove tecnologie che assorbono tempo e portano ad uno stile di vita che maggiormente predispone a diverse problematiche, tra le quali stress, depressione e attacchi di panico. In particolare, gli studiosi hanno osservato che il contatto con la natura (una semplice camminata nel bosco così come una passeggiata vicino al mare dove il nostro organismo entra in contatto con suoni, profumi e colori che non siano lo smog e il grigio dell’asfalto) comporta una diminuzione dell’impulsività. La minore impulsività porta appunto ad un miglioramento dello stato di salute generale dell’individuo. Il contatto/dialogo con la natura ci porta infatti a sperimentare una percezione spazio-temporale che ci aiuta maggiormente ad abbandonare inutili tensioni che, invece, in un ambiente urbano/tecnologico vengono continuamente alimentate.
Un recente studio della University of Exeter Medical School e pubblicato sulla rivista Scientific Report ha quantificato in due ore a settimana il contatto con la natura necessario per migliorare il nostro benessere. Il tempo trascorso in natura non deve essere associato per forza ad un’attività fisica, ma ciò che è importante è la contemplazione del paesaggio. Anzi è importante fare attenzione all’attività fisica che talvolta rischia di riportare gli stessi meccanismi anche in un ambiente diverso. Una persona può immergersi in paesaggi stupendi, ma se il fine è una gara di sci o una scalata per raggiungere un record, questi elementi non aiutano il contatto profondo con la natura. Ciò che risulta fondamentale è entrare in relazione con ciò che ci circonda per sperimentare il senso di spazio e di tempo che ci avvicina alla nostra profonda origine. L’esperienza contemplativa, nel senso di immergersi con passività nell’ambiente naturale, ci aiuta a ritrovare una delle esigenze più importanti dell’essere umano: l’esperienza mistica. Nel senso di sperimentare il sentimento di appartenenza e di comunione con la bellezza di quella natura che ci circonda. Un sentimento di bellezza che trascende la pura percezione visiva, ma che tocca la natura spirituale del nostro essere. Per farlo dobbiamo essere passivi, non avere particolari mete da raggiugere, ma semplicemente essere lì, immersi in quel luogo che così riacquista ai nostri occhi il suo naturale pathos.
Dott.ssa IRENE BARBRUNI
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L'Infermiere è un professionista sanitario laureato il cui compito è la somministrazione della cura, il controllo dei sintomi e la cultura all’ Educazione Sanitaria.
Roberto Pioppo