Continua l’opera di valorizzazione dell’archivio storico di Diano Castello da parte dell’Amministrazione Comunale guidata da Romano Damonte e affidato al prof. Paolo Bernasconi. Le scoperte che si vanno reiterando hanno portato recentemente all’individuazione di una porzione delle nove mura del sec. XVII, posta all’ingresso dell’antico Castrum Diani, un borgo che fu una capitale! Questo breve tratto rappresenta un vistoso lacerto posto accanto ai resti di un bastione rotondo del sec. XVI, del quale non si aveva memoria, e portato alla luce in precedenza.
I resti furono obliterati dall’intonaco, oggi rimosso, ma purtroppo anche rimaneggiati nel sec. XIX dal tracciato della strada carrozzabile dopo il terremoto del 1887 e da successive varianti. Essi offrono ancora, con il sovrastante prospetto della Collegiata di San Nicola, un insieme monumentale maestoso, con una cortina quasi secolare di pini di Aleppo, tra l’elevato della Casa canonica, posta sui resti della Porta della Marina, e la torre del cinquecentesco Palazzo Comunale.
Parti ancora complete di queste mura si conservano sotto i palazzi di via Meloria che risalgono al 500 ed a settentrione in località “le guardiole”. L’identificazione è stata possibile grazie al reperimento dei cartulari dei conti e delle delibere del Minor e Maggior Consiglio conservati nel locale archivio storico. Si trattò di una grandiosa opera di difesa approntata dalla Repubblica di Genova a seguito di una prima aggressione Franco Sabauda, dopo la dichiarazione di guerra del 1625 e la congiura Vacchero del 1628, sventata proprio dal Capitano Gian Francesco Rodino di Diano Castello.
Le nove mura a Genova partendo dalla Lanterna salivano sui rilievi circostanti e cingevano interamente la città, furono dotate di imponenti fortezze e porte monumentali. Il costo enorme fu spalmato in vari modi, anche a carico delle Riviere, così come a Diano Castello dal 1633. L’archivio documenta le cifre di lire 20.000 in versamenti periodici di lire 4.000 genovesi con aggio in ducatoni d’argento, le spese però si impegnarono anche per la costruzione di nove mura locali mediante l’adozione di apposite avarie a termine, donazioni liberali o forzose per censo. Simili approntamenti li troviamo a Ventimiglia, Sanremo, particolarmente imponenti a Porto Maurizio, ma anche altrove in entrambe le Riviere, L’Archivio si è quindi rivelato ancora una volta prezioso, la buona conservazione dei documenti è già un risultato notevole, ma non è ancora adeguato alla fruibilità del pubblico a causa dell’ingombro dell’enorme mole documentaria.
La programmata collaborazione con l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, diretto dalla Dott.ssa Gandolfi, già protagonista di analoghe iniziative nel ponente ligure promette nuovi e importanti risultati e il suo contributo si prospetta determinante non solo in vista di future scoperte, ma per agevolare la fruibilità per tutti come già realizzato in altri comuni.