Attualità - 11 aprile 2023, 10:04

Siccità e crisi idrica sempre più dominante: il circolo Europa Insieme "La scarsità di acqua sta diventando endemica"

"Riteniamo che Il Partito Democratico debba occuparsi attivamente della tutela dell’acqua come bene comune, perché la disponibilità di acqua potabile potrà diventare sempre più un elemento di conflitti e diseguaglianze nei prossimi anni nella nostra società e tra gli Stati"

Siccità e crisi idrica sempre più dominante: il circolo Europa Insieme "La scarsità di acqua sta diventando endemica"

"L’acqua è un bene prezioso la cui scarsità aumenterà anche a causa degli effetti del cambiamento climatico. Il rapporto dell'Onu arriva in occasione della conferenza sull'acqua alle Nazioni Unite. Secondo il rapporto circa due miliardi di persone non hanno l'accesso ad acqua potabile sicura mentre 3,6 miliardi non lo hanno a servizi sanitari affidabili. 'La scarsità di acqua sta diventando endemica', si legge nel rapporto nel quale si osserva come l'uso di acqua sia aumentato a livello globale di circa l'1% ogni anno negli ultimi 40 anni e dovrebbe mantenere tassi di crescita simili fino al 2050".

Interviene in questo modo il Circolo tematico Europa Insieme che prosegue: "Riteniamo che Il Partito Democratico debba occuparsi attivamente della tutela dell’acqua come bene comune, perché la disponibilità di acqua potabile potrà diventare sempre più un elemento di conflitti e diseguaglianze nei prossimi anni nella nostra società e tra gli Stati. L’Europa ha messo col PNRR a disposizione del nostro paese diversi miliardi euro per intervenire sulle infrastrutture idriche che in tutto il paese causano una dispersione del 40%. Per la prima volta dopo tanti anni anche il nostro territorio riceverà più di 27 milioni di euro a fondo perduto proprio per intervenire sull’acquedotto del Roia che presenta molte criticità e necessita di importanti migliorie. La nostra Provincia, dal 2012, anno in cui è stata creata la società consortile Rivieracqua, a cui era stato affidato il compito di gestire l’Ato idrico, ha prodotto un disastro amministrativo con un debito pubblico che in soli dieci anni ha superato i 60 milioni di euro, con una grande inefficienza operativa nella gestione della manutenzione. Tale fallimento politico e amministrativo sembra che non abbia nessun padrone e gli errori commessi sin dalla fondazione della società Rivieracqua, creata come una scatola vuota, si sono susseguiti  e sono stati accompagnati anche da comportamenti illegali che sono stati al centro di indagini concluse con le condanne di alcuni protagonisti".

"La Regione - prosegue il circolo - dopo aver nominato nel 2019 commissario Gaia Checcucci perché  riteneva la Provincia incapace di attuare quanto stabilito nel 2012, ha nominato pochi mesi fa come nuovo commissario lo stesso presidente della Provincia Claudio Scajola, in quanto la precedente è  finita indagata per una vicenda legata ai fondi del PNRR e al Tar del Lazio. In pratica il Presidente della Provincia farà  il controllore dell’ente che dirige. La soluzione prospettata  per uscire dal disastro creato è la creazione di una società mista, pubblica con socio privato, perché si ritiene in tal modo di riuscire a ripianare con l’apporto  del socio privato i debiti accumulati e consentire quindi alla società di gestire l’Ato idrico arrivando a definire il Piano d’ambito e la tariffazione unica. Purtroppo anche inserendo il socio Privato i debiti accumulati dovranno comunque essere pagati dagli utenti con le loro bollette, perché anche un privato vorrà investire solo se si attende un guadagno e un rientro dell’investimento fatto. Una formula quella della società mista che in provincia  proprio in ambito idrico è già stata utilizzata, a Imperia e a Ventimiglia e non ha garantito efficienza operativa e buona gestione. Ci chiediamo quindi se non sia utile un ripensamento dell’assemblea dei sindaci del nostro territorio per farsi carico dei debiti della società e mantenere il controllo pubblico totale proprio ora che arrivano i fondi europei per rimettere a posto il nostro acquedotto del Roya".

"La situazione quindi è, tragica e la conferma è la continua presenza di emergenze del nostro territorio, dall’acqua salata nei pozzi di Andora, la scorsa estate, alla mancanza di acqua nel dianese, all’inquinamento dei pozzi di Taggia e in parte di Sanremo, alla continua necessità di interventi di manutenzione 'straordinaria' del Roya e del sistema fognario in concomitanza con una siccità senza precedenti. Emergenze che richiedono che il gestore sia in grado di operare col massimo di efficienza. Proponiamo quindi come “Circolo Europa Insieme” che il Pd si attivi per proporre soluzioni di intervento organiche e pianificate, come ad esempio quelle proposte dall’Unicem, e che lo faccia collegandosi ai comitati civici sorti nei vari comuni per svolgere insieme un ruolo di proposta, stimolo e controllo nei confronti di chi ha il compito di offrire un servizio idrico adeguato alle necessità del nostro territorio. Efficientare il sistema idrico, per ridurre lo spreco e i guasti, Pianificare nuovi invasi e nuova ricerca di sorgenti in accordo tra costa e aree montane. Incentivare un uso diverso dell’acqua, ad esempio rendere efficiente l’uso della risorsa idrica negli immobili della PA - a partire dalle scuole - e dei privati cittadini significa, favorire come per i pannelli fotovoltaici, l’installazione di meccanismi per il recupero e il riuso delle acque, ad esempio introducendo un credito d’imposta al 100% per acquisto e installazione di questi sistemi, tecnologicamente avanzati, controllati digitalmente, dotati anche di intelligenza artificiale. Creando dunque piccole “riserve domestiche”. Concertare tra Enti Locali, Gestori, Regione e Stato per chiedere che il piano di investimenti annuale dei gestori sia finalizzato non solo alle grandi aree urbane, ma sia distribuito anche nelle aree interne e montane e che una parte della tariffa sia destina alla tutela delle fonti idriche. Realizzare nuovi invasi a uso plurimo della risorsa idrica (potabile, energetica, antincendio, irriguo) vuol dire essere efficaci nelle modalità di concertazione e nei tempi".

"Occorre ritrovare l’entusiasmo della battaglia - termina il circolo - che aveva accompagnato il referendum dell’acqua pubblica perché è ancora più evidente oggi che occuparsi dell’acqua come bene pubblico primario è, non solo indispensabile, ma ancora più urgente e necessario rispetto a dieci anni fa".

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