L’otto marzo c’è chi è arrivato a pagare 12 euro per un mazzetto di mimosa. Un incremento dei prezzi a dir poco clamoroso che ha visto il fiore tipico della Giornata Internazionale della Donna protagonista delle cronache nazionali.
L’aumento delle temperature invernali ha provocato un calo della produzione che, a sua volta, ha inciso sui prezzi portandoli alle stelle. Per il Ponente, però, resta una notizia positiva: il 90% della mimosa venduta in Italia e anche nel resto d’Europa arriva dalla provincia di Imperia. Un dato che non può essere dimenticato e che, anche nelle difficoltà, mette al centro della narrazione un territorio che sa ancora vivere di produzione floricola nonostante i cambiamenti climatici e i vertiginosi aumenti dei costi.
“Anche nel 2023 il 90% della mimosa venduta in Italia, ma anche in altri Paesi europei e nell’Est, viene dalla Liguria e dal Ponente - dichiara ai nostri microfoni Gianluca Boeri, presidente regionale Coldiretti - c’è stata una grandissima richiesta anche perché, a causa dell’andamento climatico e della siccità, abbiamo registrato un calo della produzione del 30%. La domanda, però, è sempre stata forte e questo ha causato un aumento di prezzo. È chiaro che l’aumento è poi andato a incidere sul prezzo al dettaglio con un 20-30% in più rispetto all’anno scorso”.
Quale il bilancio dell’annata 2023? “Tutto sommato è stata buona - commenta Boeri - la produzione è stata minore ma compensata dall’aumento di prezzo. Le temperature invernali anomale hanno causato degli antici con una sorta di produzione non lineare. In alcune zone e per alcune varietà ci sono stati dei ritardi di produzione che non hanno consentito la raccolta. Siamo riusciti a sopperire grazie alla capacità dei nostri produttori di raccoglierla e conservarla. In merito all’aumento dei costi alla vendita è anche da considerare l’incremento delle bollette che ha inciso non poco sulla conservazione della mimosa in frigorifero. Il bilancio dell’annata, però, è in generale positivo”.
Quali le prospettive per i prossimi mesi? “Pensando all’anno prossimo la siccità on ci aiuta a stare allegri, siamo sotto le disponibilità idriche dell’anno scorso - conclude Boeri - non si guarda al futuro con grande ottimismo, parliamo soprattutto della mimosa e delle coltivazioni collinari che non sono irrigate. Le prospettive sono critiche, ma quest’anno abbiamo fatto il nostro anche con un prodotto di eccellente qualità”.