Il Pd ha perso la rotta, il centrodestra ha fatto altrettanto. L’unico a tenere la barra dritta, almeno per ora, verso il voto di maggio è Claudio Scajola. Il suo slogan sui maxi manifesti “Guardiamo avanti insieme” con sullo sfondo un’alba che rinasce ha un doppio significato: compattezza e soprattutto che lui in porto la barca l’ha già portata.
Continuano a navigare nella tempesta i Dem che, addirittura, non lanciano un candidato, ma due. E che dire dei Fratelli d’Italia che ancora gongolano per aver vinto le politiche l’anno scorso che hanno deciso di tentare una volata in (quasi) solitaria per il colonnello Luciano Zarbano?
Che dire poi dell’ingegner Enrico Lauretti pronto a presentare l’associazione “Società aperta” descrivendone l’iniziativa politica il prossimo 11 marzo alla Lagorio? Chi lo sosterrà? I delusi di questo carosello di candidature a destra e a sinistra?
A Imperia ci si avvicina di fatto a un’elezione con tanti punti da chiarire. Si assiste a una comunità politica profondamente divisa, disorientata che fa fatica, a scorgere un’unità di intenti.
La novità appunto è quella, per la prima volta della storia politica di Imperia, che il Pd non sarà compatto. Nella città di Alessandro Natta, è una situazione decisamente incandescente. Ma lo sarà anche a breve quando spunteranno i gazebo, gli aperitivi politici. Inizieranno a fioccare le bordate, la campagna del “tutti contro tutti”, tutti andranno a ruota libera.
Forse, come nel ciclismo, anche a Imperia sono spuntati tanti gregari che spingono per Scajola che assiste divertito a questa battaglia politica sulla strada delle elezioni.
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