La nascita di un bambino è sempre un evento straordinario e rappresenta il rinnovarsi della vita. Nella società moderna, dove l’uomo ha sviluppato prevalentemente l’idea che la realtà che lo circonda è frutto della sua determinazione e volizione, è chiaro che anche la nascita è percepita come un accadimento dovuto alle nostre capacità di manipolazione della realtà. Oggi di conseguenza abbiamo perso in parte l’aspetto mitico del significato esistenziale di tale evento. La nascita rimanda al mito della procreazione che oggi è fortemente legato al determinismo, ossia al desiderio dell’uomo di determinare la realtà. A questo aspetto si aggiunge una delle più profonde paure dell’animo umano ossia la paura dell’Alterità, della diversità e dell’imprevedibilità. Una nascita imperfetta pone i genitori all’interno di vissuti di delusione e senso di fallimento soprattutto nella madre. E se teniamo conto del forte determinismo presente nell’immaginario anche di conseguenza un forte senso di colpa. Nei genitori possiamo ritrovare due tipologie di atteggiamenti contrapposti: il primo, la fuga e rimozione demandando e delegando ad altri l’educazione del figlio; e l’altro l’implosione del problema, ossia mettere al centro la vita del figlio con totale sacrificio di sé. Il genitore deve essere sostenuto affinché riesca a recuperare il proprio ruolo al di là dell’idea che essere genitore significhi generare perfettamente sul piano biologico. Quindi approdare all’idea di madre/padre dello spirito. L’approdo ad una visione del ruolo genitoriale che si libera del limite biologico comporta anche la visione del figlio che non sarà più visto attraverso le sue capacità operative, ma in quanto quell’individuo ha valore in se stesso. La dimensione dello spirito inizia proprio nella ricerca del valore della vita al di là della sua contingente espressione. Il bambino può crescere e sviluppare al meglio le proprie potenzialità solo all’interno di un ambiente che può offrirgli la fiducia che a lui manca. Questo vale per tutti i bambini, ma soprattutto per il bambino più in difficoltà. La collaborazione tra i singoli attori intorno al bambino diventa fondamentale. Lo sforzo che si deve fare è quello di aiutare il bambino a prendere coscienza delle sue potenzialità, ma anche dei propri limiti, tutto nell’ottica di giungere ad accettare se stesso.