Dopo ben 12 anni si chiude la vicenda giudiziaria legata all'eredità di Villa Faravelli. La Corte d'Appello di Genova ha sentenziato che la struttura, immersa nel verde di viale Matteotti, a metà tra Palazzo civico e il comando provinciale dei carabinieri, passerà al Comune di Imperia. L'intera tenuta, villa con parco circostante, avrebbe un valore commerciale di mercato intorno ai 6 miliardi di lire.
La Corte d'Appello ha respinto il ricorso presentato dagli eredi della famiglia Faravelli, ponendo fine alla diatriba legale partita nel lontano 1988, quando sindaco era Giovanni Gramondo. Un percorso giudiziario decisamente tortuoso, condito da ben quattro testamenti, di cui l'ultimo risultato falso. La proprietà, una villa a due piani di circa 600 metri quadrati con 5 mila metri di parco affacciati su viale Matteotti, in un'invidiabile posizione panoramica, tra il palazzo dello Poste e il residence Villa Marina, passa quindi al Comune, che acquisirà un immobile, sì in precarie condizioni di manutenzione dovute ai tanti anni di abbandono e incuria, ma di grande valore economico.
L'edificio potrà essere utilizzato in più modi, sia come sede di rappresentanza civica sia per scopi artistici e culturali. La storia dell'eredità Faravelli aveva preso le mosse, una ventina di anni fa, alla morte del commendator Umberto Faravelli, facoltoso imprenditore imperiese, intenzionato - alla sua dipartita - a donare la villa di famiglia al Comune affinché quest'ultimo potesse metterla poi a disposizione della cittadinanza. Così, almeno, era indicato nel testamento. Passa qualche anno e gli eredi, tutte donne e nipoti, impugnano però il testamento suddetto, producendone uno vergato in data successiva, giugno 1984, sostenendo che quello precedente era stato revocato per assegnare a loro l'eredità.
Il Comune decide però di resistere all'imprevedibile novità e affida la pratica giudiziaria all'avvocato imperiese Giuseppe Viale. Un anno più tardi spunta un terzo testamento, del 16 settembre 1985, nel quale la moglie del defunto commendator Faravelli, annullava il secondo e confermava le indicazioni del primo, con il quale il complesso di viale Matteotti era appunto destinato al Comune. Ma non finisce qui. Mentre già si stava discutendo la causa davanti al Tribunale di Imperia, esce fuori un quarto testamento, di nuovo a favore degli eredi. Impugnato immediatamente anche questo dal Comune con tanto di richiesta di perizia grafica, il lascito risulterà falso. A questo punto, quindi, resta valido il terzo testamento.