I numeri sono decisamente impressionanti. Dal 2019 ad oggi in tutta la Liguria sono stati compiuti 4.854 interventi, di cui 4.152 relativi alla Vespa velutina (85,54%), 553 a Vespa crabro (11,39%), 97 a Vespula vulgaris (2,00%), 31 a Vespula germanica (0,64%), 9 ad Apis mellifera (0,19%), 5 a Scolia hirta (0,10%), 3 a Polistes gallicus (0,06%), 2 a Bombus terrestris (0,04%) e 1 sia a Sceliphron caementarium che a Sceliphron spirifex (0,02%).
Per quanto riguarda Apis mellifera, Scolia hirta e Bombus terrestris, data la loro non pericolosità per l’uomo, i nidi e/o gli sciami individuati non sono stati distrutti ma sono stati traslocati in altre aree. Per quanto riguarda la localizzazione geografica, in linea con gli anni passati, il maggior numero di interventi è stato effettuato in provincia di Imperia ovvero il 92,40%, seguita dalla provincia di Savona con il 3,89%, da quella della Spezia 3,19% e di Genova con 0,52%. Passando invece ai territori comunali, quello maggiormente interessato dagli interventi è stato Sanremo 24,58%, seguito da Imperia 13,00%, Ventimiglia 5,71%, Taggia 5,13% e Bordighera 4,66%.
Ma c’è un altro dato molto interessante: la maggior parte dei nidi sono stati individuati in ambiente urbano nel 65,85% dei casi e ad un’altezza del suolo compresa tra 0 e 5 metri per il 57,49% delle situazioni.
Numeri preoccupanti resi noti nel corso della premiazione del concorso dei mieli dei parchi regionali dal funzionario referente Parco Alpi Liguri per attività di contrasto alla Vespa velutina, un insetto proveniente dalla Francia e diffusosi notevolmente negli ultimi anni nell’area del Ponente ligure, soprattutto nell’entroterra delle province di Imperia e Savona che sta mettendo in pericolo la biodiversità.
Si tratta di una specie originaria dell’area comprendente la Cina meridionale, l’India, l’Indocina e l’Indonesia. La sottospecie cinese nigrithorax è giunta in Europa nel 2004, introdotta in Francia nei dintorni di Bordeaux, dove ha presto colonizzato rapidamente gran parte del paese. Dalla Francia la specie si è inizialmente diffusa nel nord della Spagna, poi in Portogallo, in Belgio, in Germania, in Gran Bretagna e in Olanda. In Italia, il primo individuo adulto è stato catturato nel 2012 in Liguria, a Loano.
Nel 2013 sono stati rinvenuti i primi nidi nella Liguria di Ponente e in Piemonte, in provincia di Cuneo. “L’imenottero – come è stato spiegato dall’apicoltore Fabrizio Zagni - rappresenta una grave minaccia per il territorio come temibile predatore di api, bombi e altri insetti impollinatori sia delle piante coltivate che di quelle spontanee, costituendo un serio pericolo per la biodiversità e lo sviluppo della vita vegetale”.
La costante presenza della Vespa velutina in apiario non è solo una minaccia per via dei suoi intenti predatori, ma anche per il forte stress che causa alle api che, terrorizzate, cessano di uscire in volo e di deporre uova, indebolendosi sempre di più fino al collasso di intere famiglie. La prima arma di difesa è il trappolaggio, pratica fondamentale per il rallentamento della diffusione di questo predatore di api: per comprendere il perché è necessario conoscere le abitudini di questo insetto.