/ Il Punto

Il Punto | 12 aprile 2025, 07:09

IL PUNTO. Ciclopedonale di Imperia grande opportunità, vediamo di non sprecarla

Il vero cambiamento richiede un impegno dei cittadini e una visione da parte dell'Amministrazione

IL PUNTO. Ciclopedonale di Imperia grande opportunità, vediamo di non sprecarla

Stamattina verrà inaugurato l’ultimo tratto della ciclopedonale di Imperia, un’opera attesa e desiderata che rappresenta una vera opportunità per la città. Un asse leggero e sostenibile che unisce Oneglia e Porto Maurizio, capace di rivoluzionare la mobilità urbana. Pochi minuti in bicicletta per collegare i due cuori della città che per decenni si sono guardati con diffidenza, separati da una mobilità tutta incentrata sull’automobile.

E qui sta il punto. La sfida vera non è solo costruire infrastrutture, ma cambiarne l’approccio. La ciclabile sarà davvero utile se noi imperiesi saremo i primi a responsabilizzarci, a scendere dall’auto e salire in sella o camminare. Se continueremo a ragionare come negli anni Ottanta – quando si andava a fare la spesa parcheggiando in piazza Dante – avremo perso il senso dell’opera. La ciclabile non deve diventare l’ennesimo monumento all’occasione mancata.

Perché le piste ciclabili non vivono da sole. Hanno bisogno di contesto, di servizi, di visione. Altrimenti diventano 'strisce d’oro' in un deserto urbano, come purtroppo rischia di accadere qui. Attorno alla ciclabile si stagliano ombre e incompiute: la nuova stazione ferroviaria – moderna sì, ma isolata e senza servizi –, l’ex Italcementi che da mezzo secolo è un simbolo di incuria. A Porto Maurizio i 'famigerati' Granatini, simbolo di un problema mai risolto e di ingressi cittadini che nulla hanno a che vedere con la qualità urbana che la ciclabile suggerirebbe.

E l’elenco potrebbe continuare: l’enorme area dell’ex stazione di Oneglia, le ex Ferriere con un progetto immobiliare sbandierato ma mai partito e ancora l’ex Agnesi, vuota da quasi un decennio, lungo cui dovrebbe svilupparsi un altro tratto della ciclabile. Tutti questi luoghi sono come nodi irrisolti, ferite urbane che rischiano di neutralizzare il potenziale dell’opera appena conclusa.

La ciclabile è un’infrastruttura preziosa, ma da sola non basta. Serve una direzione, un disegno, una visione. Serve, da parte dell’Amministrazione, la capacità di immaginare una città diversa e di cominciare a costruirla sul serio. Anche solo un’idea su un foglio di carta sarebbe meglio del nulla.

Porto Maurizio, in particolare, resta la 'bella addormentata', ricca di fascino ma povera di coraggio. Non basta più parlare di mobilità sostenibile per fare bella figura ai tagli del nastro. Occorre scegliere, davvero, se si vuole un centro vivo e pedonalizzato o abbandonato al traffico e ai negozi chiusi.

E poi ci sono i contenitori vuoti, come l’ex Banca d’Italia: simboli di una città che ha spazi ma non sa che farne. Tutti questi elementi richiedono una strategia, non solo interventi a spot. È tempo che l’Amministrazione e i cittadini si incontrino a metà strada: da una parte la responsabilità individuale nel cambiare abitudini, dall’altra una pianificazione coerente, ambiziosa, ma anche concreta.

La ciclabile è una grande opportunità. Ma solo se sapremo viverla e farla vivere. Altrimenti resterà solo una bella cartolina da inaugurare e dimenticare.

Diego David

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium