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Accadde Oggi | 10 aprile 2025, 07:00

10 APRILE 1980. Calcio, clamorosa proposta di fusione tra Imperia e Sanremese: "Così potremo puntare alla serie A"

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10 APRILE 1980. Calcio, clamorosa proposta di fusione tra Imperia e Sanremese: "Così potremo puntare alla serie A"

La proposta, clamorosa, è dell'ex presidente della Sanremese, Angelo Nicola Amato (quello del ritorno fra i semiprofessionisti), ora consigliere nazionale della Lega del calcio semiprofessionistico: fondere società e squadre di Imperia e Sanremese per puntare in alto, anche alla serie B, forse addirittura alla A.

A una quindicina di anni di distanza da un'altra proposta simile - una fusione che avrebbe dato vita a Riviera dei Fiori - ora si torna a parlare con insistenza di questa possibile, controversa ma stuzzicante, unione di forze sportive tra due città e due tifoserie che certo non si sono mai amate.

Amato, comparso in una trasmissione sportiva di una tivù privata ponentina, ha parlato chiaro: Imperia e Sanremese, come società distinte, resterebbero a galla soltanto a livello giovanile, dando però vita a un'unica, potenzialmente grande squadra in grado di lottare, nel giro di una manciata d'anni, minimo per la cadetteria. Alle spalle di questa nuova entità calcistica si muoverebbe un imponente apparato: Comuni, enti pubblici, albergatori, commercianti, aziende di soggiorno, forse anche il Casinò. Una sorta di locomotiva, finanziaria e non solo, capace di garantire all'auspicata Riviera dei Fiori un futuro ad alto livello, con conseguenti ricadute turistiche e d'immagine. La proposta ha creato grande clamore, soprattutto alla luce del fatto che la Sanremese milita in , C1 mentre l'Imperia ha più di un piede in serie D.

"La proposta arrivata in un momento inopportuno", spiega Sergio Sricchia, general manager biancazzurro durante la gestione Amato. In casa matuziana, invece, nessuna reazione ufficiale. II presidente Borra si trova a Montecarlo e non ha seguito la trasmissione televisiva. "Una specie di sorpresa pasquale senza seguito", ha fatto sapere Franco Barlaam, dirigente.

E le tifoserie? Nulla di ufficiale anche qui ma la sensazione è che siano entrambe troppo diverse, affezionate ai rispettivi colori e distante anni luce dall'ipotesi di poter trepidare ed esultare fianco a fianco, sugli spalti, per la stessa squadra. Meglio rinunciare a grandi sogni, preferendo magari godere di una supremazia campanilistica in campionati delle serie minori.

Giorgio Bracco

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