L'ospedale di Imperia ha finalmente il suo nuovo, moderno reparto di rianimazione. Per la ristrutturazione sono stati spesi 2,4 miliardi di lire, entrerà in funzione a fine mese.
Situato al piano terra della struttura, sarà dotato di sofisticate apparecchiature e potrà accogliere un numero maggiore di pazienti. Il rinnovamento del reparto rientra in un quadro più ampio di lavori, finanziati dalla Regione (11,6 miliardi) e dalla stessa Usl Imperiese (400 milioni) che avevano visto realizzare il nuovo blocco operatorio, laboratorio di analisi e di vari servizi generali (accettazione, atrio, impianti tecnologici e arredi). Il reparto, inaugurato alla presenza dell'assessore regionale Bertolani (Sanità) e Vassallo (Bilancio), di tutti i primari di Rianimazione della Liguria, e di Maria Chighine, presidente della Confederazione ligure per i Diritti del Malato, avrà quattro posti letto, uno in più di quelli sino a ieri ma è già predisposto per altri quattro, la cui attivazione sarà però vincolata alla disponibilità del personale (i medici anestesisti sono 9 ma ne servirebbe il doppio).
"Diventerà il miglior reparto di Rianimazione presente oggi in Liguria e, forse, in tutto il Nord Italia - conferma il primario, Ezio Grosso - le attrezzature sono di ultimissima generazione e consentono di reggere il passo con il progresso tecnologico. Oltre all'ubicazione più funzionale, vicina a Cardiologia, ci sarà molto più spazio per i servizi (ad esempio, due toilettes per disabili) e un ascensore direttamente collegato a Radiologia e Pronto soccorso. Da una sistemazione di fortuna e ristretta, passeremo adesso a un'altra molto più consona".
L'ospedale di Imperia ha ora a disposizione anche un modernissimo angiografo digitalizzato, costato un miliardo di lire e inserito anch'esso nel potenziamento del reparto di Radiologia. "Si tratta di una macchina tecnologicamente avanzatissima, che sarà usata per la chirurgia vascolare, la diagnostica e la cardiologia", precisa, Attilio Gravano, primario radiologo. "Un ulteriore salto di qualità", chiude il dottor Giacomo Musso, primario di Cardiologia.