Si chiama Carmine Tufo, 62 anni, il primo morto per il vino al metanolo in provincia di Imperia. Era deceduto lo scorso14 marzo ma soltanto adesso, grazie all'autopsia che ha riscontrato la presenza di metanolo nel sangue, si è risaliti alla drammatica verità.
Nella sua abitazione era stata ritrovata una bottiglia di un'azienda vinicola nazionale già coinvolta nel triste caso. All'uomo, pensionato, originario di Maierà (Cosenza) ma residente a Oneglia, in salita Gallita, inizialmente i medici avevano diagnosticato un infarto fulminante. Ma i sospetti sono sorti quando in casa è stato recuperato un bottiglione aperto e semivuoto di Rosso Rubino della ditta incriminata: le analisi del vino e l'autopsia, riesumata su disposizione della magistratura, hanno confermato con certezza quasi assoluta che Tufo è stato avvelenato dal metanolo.
Separato da tempo dalla moglie, Tufo abitava da solo. Il 14 marzo, i due figli avevano deciso di andare a fargli visita, allarmati dal fatto che da qualche giorno non avevano più notizie del padre. Il dramma appena entrati in casa: il padre giaceva sul letto, immobile. Ogni tentativo di soccorso è stato vano. Il caso del vino killer non era, in quel momento, ancora noto. Tant'è vero che sul referto stilato dal medico legale si leggeva "morte causata da collasso cardiocircolatorio". Dopo una settimana, però, nel riordinare l'alloggio occupato dal genitore, i figli scoprono il bottiglione incriminato. "Era quasi vuoto - raccontano oggi i due - ne restava poco più di un bicchiere".
Pochi giorni dopo emerge a livello nazionale, in tutta la sua drammaticità, la vicenda del vino al metanolo. Il vino sospetto, acquistato in un vicino supermercato, viene così consegnato all'autorità giudiziaria. Il sostituto procuratore di Imperia, Bruno Novella, ordina l'analisi del liquido rimasto. Il responso dell'Ufficio provinciale di Igiene è non lascia dubbi: nel vino c'era una dose massiccia di metanolo, diverse decine di volte superiore al massimo consentito dalla legge. La squadra mobile, dopo il clamoroso riscontro, scende in campo e sequestra 650 bottiglie dell'azienda incriminata, tutte in vendita sugli scaffali di un'unica catena di supermercati cittadini.