E’ notizia di queste ore dell’imminente deposito presso gli organismi competenti per le valutazioni ambientali, dell’innovativo progetto del parco eolico offshore al largo delle coste del ponente imperiese.
Una tecnologia d’avanguardia, che può essere applicata anche nel Mar Ligure utilizzando le turbine eoliche galleggianti. Si tratta di un sistema specifico per le acque aventi una profondità superiore ai cento metri, che come confermato da alcuni autorevoli studi tra i quali quelli dell’RSE (Ricerca Sistema Energetico), dal titolo 'Technical and economic challenges for floating offshore wind deployment in Italy and in the Mediterranean Sea' potrebbe, a breve, dopo i progetti di Otranto e Crotone trovare applicazione concreta anche nella Riviera di ponente.
La multinazionale danese VDL Green Crash avrebbe infatti posato gli occhi sul nostro mare dove il vento non manca praticamente mai. La tecnologia che consente di collocare gli aereogeneratori su basi galleggianti anziché ancorarli ai fondali marini, se infatti comporta maggiori costi rispetto agli impianti più tradizionali, indubbiamente riduce quasi a zero l’impatto sul territorio. Anche il problema della visibilità sembra superabile visto che i potenti aereogeneratori sarebbero collocati a qualche chilometro dalla costa. Secondo le informazioni che trapelano il progetto della VDL, con la quale collabora l’italiana Tozzi Foundation Alternative New (che nulla ha a che vedere con la Tozzi Green del progetto onshore sulle alture di San Bartolomeo e Cervo) contemplerebbe l’istallazione di 48 aereogeneratori, con altezza mozzo a 157 metri, diametro rotore 250 metri, altezza 282 metri. Impianti potentissimi in grado di generare ciascuno 18 MW, per un complessivo apporto energetico pari a 864 MW. Il parco si snoderebbe per alcuni chilometri marini, a una distanza di circa dieci dalla costa sul tratto davanti a capo Berta sino ad Arma di Taggia. Il Parco eolico marino, secondo gli studi della VDL, non comporterebbe alcuna conseguenza sulla fauna marina ne su quella interessata dalle rotte migratorie.
Gli ostacoli principali all’ambizioso progetto danese sono dati dalle prevedibili perplessità sull’impatto ambientale poiché, se realizzato, la modifica dello skyline della Riviera sarebbe davvero notevole, dalla presenza di siti di archeologia subacquea nonché dalla vicinanza a beni di indubbio valore paesaggistico. Tra questi, su tutti, il celeberrimo scoglio della Galeazza (che è il sedicesimo dei più amati in Italia secondo il report annuale del mensile 'Mare Chiaro') che, dopo aver evitato il rischio dell’impianto di itticoltura ora si trova ad essere minacciato da grandiose quanto spaventevoli pale marine.