“Le gru sono un simbolo, un monumento, il ricordo di una città che non esiste più”, dice Giovanni Zecchini console della Compagnia Lodovico Maresca. La più piccola delle tre gru, sulla punta di Banchina Aicardi, verrà demolita perché non risponde ai requisiti di sicurezza e quindi non più collaudabile. “Dispiace se non si è trovata un’alternativa, rappresentano la storia di Imperia, non vorremmo che ci dimenticassimo che nel passato di Oneglia c'è il commercio dell'olio e del grano”.
Al vaglio della Go Imperia, la società in house del Comune, uno studio preliminare per il riutilizzo delle due grandi gru storiche in Calata Cuneo: “L’unica cosa che chiediamo è che non tolgano lavoro – sottolinea il console –, siamo contrari a un utilizzo che possa pregiudicare l’attracco alla banchina oceanica e quindi possa i traffici in atto”.
Intanto, prosegue la battaglia della Compagnia per passare da una gestione comunale a una regionale, riportando il porto sotto l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, che comprende già gli scali di Genova, Savona, Prà e Vado Ligure: “Abbiamo fatto richiesta per un incontro al presidente della Regione Marco Bucci -sottolinea Zecchini- per confrontarci sul futuro dello scalo imperiese”.
L’appello della Maresca è giunto anche in Parlamento, con un’interrogazione presentata al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini dalla deputata del Partito Democratico Valentina Ghio.“ L’integrazione del porto commerciale di Imperia nell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale rappresenterebbe un’importante opportunità per lo scalo e anche per l’intero sistema, ottimizzando la gestione del traffico marittimo", ha dichiarato Ghio.