“I dati ci riportano, ancora una volta, un'immagine impietosa dell'Italia”, così Antonietta Pistocco, segretaria provinciale della Cisl, in merito al report redatto dall’Istat sulle condizioni di vita e sul reddito delle famiglie per gli anni 2023 -2024.
Dall'analisi emerge che gli italiani a rischio di povertà o esclusione sociale sono il 23,1 per cento, in crescita rispetto al 22,8 per cento del 2023, per un totale di circa 13 milioni e 525 mila persone. Il dato ligure riporta un quadro altrettanto desolante, seppur con dati in miglioramento rispetto all’anno precedente e al di sopra della media nazionale: nel 2024 è scesa al 13,8 per cento la popolazione ligure a rischio di povertà o esclusione sociale, oltre quattro punti percentuali in meno rispetto al 17,7 per cento registrato nel 2023. “La variazione del dato ligure è un segno tangibile che le misure intraprese per allungare i tempi dei contratti e contrastare la stagionalità, con il Patto del Lavoro per il Turismo e il Patto del Lavoro nel commercio e nell'artigianato, stanno dando buoni risultati”, commenta Pistocco.
Nel 2024 risulta a rischio di povertà il 18,9 per cento delle persone residenti in Italia, che vivono in famiglie con un reddito netto equivalente inferiore a 12.363 euro, rispetto al 10,8 per cento registrato in Liguria (12,5 per cento nel 2023). Sono in calo anche i liguri in situazioni di bassa intensità lavorativa, che passano dal 10,2 per cento della popolazione nel 2023 al 4,9 per cento nel 2024 “Numeri che confermano una maggiore durata dei rapporti di lavoro”.
In crescita, invece, i liguri in situazioni di grave deprivazione materiale e sociale, che passano dall'1,1 per cento della popolazione nel 2023 al 2,1 per cento nel 2024: "Le persone che rimangono ai margini sono in aumento. Giovani, donne senza lavoro, famiglie con bambini, pensionati che non riescono a far fronte alle spese di tutti i giorni, anche a causa del ridotto potere d'acquisto e all'aumento dell'inflazione", sottolinea la segretaria.
"Serve lavoro, che sia stabile e di qualità, formazione per qualificarsi e riqualificarsi, una politica previdenziale adeguata, misure di sostegno rivolte ai più fragili -conclude Pistocco-. Per attenuare le disparità sociali occorre regolare le dinamiche del mercato del lavoro. Come sindacato sentiamo forte l'imperativo di mettere al centro della nostra azione coloro che sono scivolati o stanno scivolando verso il basso".