L'Agnesi chiede più spazio ma la sinistra si oppone ed è pronta a scendere in piazza pur di bloccare mire e progetti di espansione dello storico pastificio onegliese.
Sarà un'assemblea caldissima, quella promossa da Democrazia Proletaria nella sede circoscrizionale delle ex Ferriere. Dp si oppone al progetto e invita la popolazione imperiese a partecipare per far sentire la loro voce di dissenso alla variante del prg comunale che riguarda l'ampliamento dello stabilimento. Alla riunione sono stati invitati anche il sindaco socialista Giovanni Barbagallo, il delegato all'urbanistica Sergio De Nicola (Dc), i gruppi consiliari comunali, associazioni ecologiste, sindacati e consiglio di fabbrica dell'Agnesi.
"Vogliamo creare un movimento d'opinione contrario a questo insediamento, ritenuto dannoso in un ambiente già saccheggiato, in passato, dalla speculazione edilizia", sottolineano gli esponenti di sinistra. Il Consiglio comunale di Imperia ha approvato l'anno scorso la pratica che consentirà la costruzione del nuovo fabbricato, suddiviso in tre corpi, uniti fra loro (uno alto 18 metri e gli altri due 10 metri, tutti lunghi una ventina di metri) sul lato terminale di lungomare Vespucci.
Per l'Agnesi, che ha bisogno di ingrandirsi, si tratta di un investimento stimato fra gli 8 e i 10 miliardi di lire. Il progetto aziendale prevede due nuove linee di produzione per consentire l'aumento della produzione da 2.500 a 3.500 quintali di pasta al giorno. "Non ci opponiamo alle esigenze di ampliamento dell'Agnesi ma il Comune deve trovare un'alternativa a questa infelice ubicazione - conferma Tommaso Lupi, segretario provinciale di Dp - alle ex Ferriere il piano regolatore destinava, accanto a un'area portuale e a una riservata alla cantieristica, spazi verdi attrezzati per svago e sport. Nelle osservazioni, respinte dal Consiglio comunale, avevamo suggerito alcune alternative, come l'area lasciata libera dall'Olea-Sasso o quella, più lontana, dell'Italcementi, sull'argine. Adesso speriamo di convincere almeno il parere e le osservazioni del Comitato tecnico urbanistico della Regione".
Se l'Agnesi riuscisse a spuntarla, Dp non si arrenderebbe comunque. "In quel caso il Comune dovrebbe stipulare con l'azienda una convenzione affinché riduca l'impatto ambientale dello stabilimento e si impegni, non solo a mantenere intatto l'organico (i dipendenti sono oggi 335) ma anche ad aumentare di personale di almeno 30 unità. E poi, la nuova area dovrebbe essere vincolata ad uso industriale per 90 anni, e la vecchia, se abbandonata, a servizi pubblici", conclude Lupi.