Attualità - 14 marzo 2025, 12:57

Calano gli occupati in Liguria, lo rivela l’Istat

Attualmente sono 634 mila i lavoratori tra i 15 e i 64 anni che lavorano nella nostra regione. Il tasso di occupazione è del 67,3%, in lieve calo rispetto al 67,4% del 2023 e al 68,3% di dieci anni fa

Calano gli occupati in Liguria, lo rivela l’Istat

Calano gli occupati in Liguria. Lo rivela l’Istat. Attualmente sono 634 mila i lavoratori tra i 15 e i 64 anni che lavorano nella nostra regione. Il dato è stato rilevato alla fine del 2024, ma il tasso di occupazione  è del 67,3%, in lieve calo rispetto al 67,4% del 2023 e al 68,3% di dieci anni fa.

La Liguria resta all’ultimo posto nella classifica delle regioni del Nord Italia dietro a Trentino Alto Adige al 72,7%, Valle d’Aosta al 72,1%, Emilia Romagna al 70,3%, Veneto al 70,2%, Friuli Venezia Giulia al 69,8%, Lombardia al 69,4% e Piemonte al 69%. La fotografia sull’andamento del mercato del lavoro nelle Regioni italiane durante il quarto trimestre 2024 vede 352mila uomini e 282mila donne occupate in Liguria rispettivamente con tasso di occupazione del 74,8% e del 59,8%. I lavoratori risultano 478mila dipendenti e 156mila indipendenti. Gli occupati per settore in regione sono 7mila nell’agricoltura, 89mila nell’industria in senso stretto, 46mila nelle costruzioni, 91mila nel commercio e 401mila in altri servizi. Il tasso di occupazione medio al Sud tra i 15 e i 64 anni è al 49,3% con un aumento di 1,1 punti mentre al Nord è al 69,7% con una crescita di 0,3 punti e al Centro è al 66,8% con un avanzamento di 0,9 punti.

Continuiamo ad essere campioni nel lavoro part time e a scoraggiare i nostri giovani”,  così Maurizio Calà Segretario generale Cgil Liguria commenta i dati Istat sull’occupazione in Liguria e aggiunge “Dietro alla stagnazione dell’economia ligure si nasconde un appiattimento dei livelli occupazionali con un arretramento dei settori a più alto contenuto tecnologico e produttivo come l’industria”. 

 “Purtroppo viene confermata la conversione del tessuto produttivo ligure verso i settori che producono meno valore aggiunto, verso la precarizzazione e il lavoro povero – commenta ancora Calà avremmo necessità di una Europa forte che investe in ricerca e sviluppo e non nelle armi, di un Governo che invece di precarizzare il lavoro sostenga quello di qualità investendo nella scuola e ricerca e nella tecnologia, e di una politica regionale che si occupi realmente di queste questioni e che sia in grado di fare analisi con le parti sociali per intervenire concretamente nei punti di debolezza”.

"Significativo l'aumento dei lavoratori dipendenti e il calo di quelli indipendenti nel settore del commercio, degli alberghi e dei ristoranti. Nel 2024 si è registrato un incremento dei dipendenti, da 92mila a 101mila, mentre il numero degli indipendenti è calato da 53mila a 45mila.
Maestripieri (Cisl) aggiunge: "I Patti per il lavoro, che, come sindacati, abbiamo fortemente voluto e che sono stati sottoscritti con la Regione, confermano l'importanza della strada intrapresa. I risultati stanno cominciando a vedersi, a dimostrazione di quanto sia cruciale il dialogo tra il mondo del lavoro, le imprese e le istituzioni per creare strumenti concreti che favoriscano un'occupazione di qualità: