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Attualità | 26 febbraio 2025, 17:46

Assolti gli imputati per i combattimenti clandestini tra cani. la Lav: "Una sconfitta per i diritti degli animali e la giustizia"

Ciro Troiano, esprime delusione "per una giustizia che non è stata tempestiva, nonostante l'importante indagine"

Assolti gli imputati per i combattimenti clandestini tra cani. la Lav: "Una sconfitta per i diritti degli animali e la giustizia"

"Un giorno amaro per i diritti degli animali e per la giustizia in generale", dice Ciro Troiano, responsabile LAV Osservatorio Zoomafia dopo che il Tribunale di Imperia ha assolto per prescrizione gli imputati del processo riguardante il giro di combattimenti clandestini tra cani nell'estremo Ponente ligure. Tra le accuse maltrattamento di animali, associazione a delinquere e ricettazione.

Dopo un lunghissimo procedimento, durato quasi 10 anni, sono stati assolti i cinque imputati. L’indagine condotta dalla Squadra Mobile del capoluogo risale al 2015 quando i poliziotti del commissariato di Ventimiglia scoprirono un allevamento di cani che versavano in precarie condizioni di salute. "Visto che la maggioranza delle accuse non sono state analizzate per la prescrizione -prosegue Troiano- . È assurdo che un processo, che ha visto impegnati validi investigatori, con dispendio di energie e risorse pubbliche, finisca con la prescrizione per il tempo inaudito trascorso dalla denuncia al dibattimento. 

Nel novembre scorso la Procura di Imperia chiese tre anni di reclusione per Stefano Bassanese, 48enne di Torino mentre per Maurizio Accardo (di Ventimiglia) e Maurizio Vicinanza (di Torino), la richiesta è stata di 3 anni e 6 mesi oltre a seimila euro di multa. Infine per Alessandro Accardo (anche lui di Ventimiglia e fratello di Maurizio) e Domenico Surace (di Sanremo) è stato chiesto un anno e 8 mesi di reclusione. Le uniche assoluzioni nel merito il Tribunale le ha decretate, per Maurizio e Alessandro Accardo, indagati per il reato di ricettazione per alcuni video di combattimenti tra cani trovati negli smartphone degli imputati. I giudici hanno stabilito che "il fatto non sussiste". 

Nel blitz compiuto dagli agenti in provincia di Pavia venne proprio interrotto un combattimento clandestino e vennero sequestrati farmaci, video e materiale d’allenamento al combattimento. Ma il giro illecito era molto più vasto ed è arrivato sino in Serbia. "Si è trattata di una delle inchieste sui combattimenti fra animali più importanti e complesse svolte nel nostro Paese, sviluppata sia sul territorio nazionale che all’estero, ma vanificata di fatto dai lunghi tempi della giustizia. Non parliamo di giustizia, laddove vi è prescrizione non vi è giustizia", conclude il referente della Lega anti vivisezione
 

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