Il 7,8 per cento delle famiglie liguri ha rinunciato a curarsi. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio Gimbe, sulla spesa sanitaria privata in Italia nel 2023, che elabora i dati resi disponibili dall’Istat.
La percentuale di italiani che rinunciano a prestazioni sanitarie, dopo i picchi del periodo pandemico (9,6 per cento nel 2020 e 11,1 per cento nel 2021), si è attestata al 7,6 per cento nel 2023. Un dato superiore a quello pre-pandemico del 2019 (6,3 per cento) e in aumento rispetto al 2022 (7 per cento). Pur essendo un problema diffuso in tutto il Paese non mancano differenze tra le diverse aree geografiche.
La Liguria è tra le nove regioni che si collocano al di sopra della media nazionale del 7,6 per cento, insieme a Puglia, Piemonte, Molise, Umbria, Abruzzo, Marche, Lazio e Sardegna.
Chi può permetterselo, ricorre a fondi propri: la spesa sanitaria out-of-pocket (le prestazioni che prevedo un esborso da parte dell’utente) per le famiglie italiane nel 2023 è stata pari a 40,6 miliardi di euro con un incremento del 26,8% tra il 2012 e il 2022. Secondo i dati estrapolati dal sistema tessera sanitaria, utilizzato per la dichiarazione dei redditi, la spesa pro-capite in Liguria è di 824 euro, un valore che si colloca al di sopra della media nazionale di 730 euro pro-capite, all'interno di un range che varia dai 1.023 euro della Lombardia ai 377 euro della Basilicata.
A influenzare le differenze nella spesa out-of-pocket tra le regioni sono diversi fattori: "L’entità è influenzata sia dalla capacità di spesa individuale sia da fenomeni di consumismo sanitario -sottolinea l'Osservatorio -, ma anche dall’accessibilità alle cure. Le regioni con le migliori performance in termini di erogazione dei LEA (livelli essenziali di assistenza), infatti, si collocano tutte sopra la media nazionale".