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Attualità | 16 febbraio 2025, 07:10

LA STORIA/ Da Imperia a Mosca, Alberto Lucadello porta la musica italiana in Russia

"Mi piacerebbe poter realizzare qualcosa nella città in cui sono cresciuto", dice il cantante

LA STORIA/ Da Imperia a Mosca, Alberto Lucadello porta la musica italiana in Russia

Da Imperia a Mosca, Alberto Lucadello è un cantante e dal 2012 ha lasciato l’Italia per trasferirsi in Russia: “Ma a Imperia tornerei -racconta- mi piacerebbe poter realizzare qualcosa nella città in cui sono cresciuto”.

In Russia è doppiatore, attore, ma soprattutto cantante e porta, così lontano, la musica italiana: “I più richiesti sono Toto Cotugno, Pupo, Celentano, i Ricchi e Poveri e ovviamente Albano. Anche canzoni che in Italia hanno avuto poca fortuna e qua hanno spopolato, ad esempio 'Ya tebya liubliu' di Adriano Celentano. Poi il neomelodico, la musica tradizionale della cultura napoletana, come Caruso. Il legame con la musica italiana -spiega Alberto- nasce negli anni ’80, quando c’è stata una prima apertura verso la cultura occidentale e veniva trasmesso anche il Festival di Sanremo”. L'ultimo traguardo è un concerto accompagnato da un'orchestra sinfonica di Mosca.

Nato e cresciuto a Imperia Alberto ha mosso le prime esperienze artistiche sotto lo pseudonimo di Diadema. Viaggia in Europa e in Italia e fa il musicista sulle navi da crociera e nei locali del Ponente, poi si trasferisce in Trentino dove conosce sua moglie, russa. Il suo ultimo brano è  “My baby mine”: “La canzone nasce nel 1999, l’ho scritta quando vivevo a Tenerife, a quattro mani con un caro amico, Mauro Vassallo". Nel 2005 esce la prima versione, poi lo scorso anno la canzone rivive: “A ottobre, un amico mi ha invitato in America e insieme abbiamo girato il videoclip della canzone tra Los Angeles e Malibù”. 

Nel 2012 si trasferisce a Mosca: “Per un italiano che vive qua sono tre le cose alle quali è più difficile abituarsi, innanzitutto il clima e la lingua. Poi la mentalità, noi siamo più propensi al compromesso, per loro è tutto o bianco o nero”. Poi il conflitto con l’Ucraina: “Si sente la tensione, capita di vedere mutilati di guerra in città, testimoni diretti del conflitto. Sulle famiglie, nella vita quotidiana, pesa l'inflazione. Poi per noi che viaggiamo spesso per tornare in Italia anche l'aumento dei prezzi dei voli e il fatto che siano stati eliminati i collegamenti diretti". 

Sara Balestra

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